Berlino L'Ue si schiera con Angela Merkel impegnata in un braccio di ferro con i suoi alleati (una volta) più fedeli: i cristiano-sociali bavaresi (Csu). Alla cancelliera e leader Cdu, la Csu ha dato un ultimatum: ha fino lunedì per accogliere il piano per «riportare l'ordine ai confini». I bavaresi vogliono che la polizia possa respingere sia i profughi sbarcati in Europa sul territorio di un altro Paese sia quelli che intendano attraversare il territorio tedesco per chiedere asilo a uno stato terzo. Quasi tutti, insomma.
Il piano avanzato dal ministro degli Interni ed ex governatore della Baviera, Horst Seehofer, non piace a Bruxelles. La sua proposta taglia infatti con l'accetta una serie di regolamenti, trattati e direttive in vigore fra i 28 in materia di accoglienza e respingimento dei rifugiati. La stessa attivazione di controlli sistematici alle frontiere auspicati da Seehofer profila una violazione del trattato di Schengen. Gli stati firmatari possono sempre chiedere la sospensione del trattato in casi di emergenza, ma i confini tedeschi sono sereni ormai dalla seconda metà del 2016, da quando la Turchia pattuglia a pagamento il mar Egeo, e l'Austria e il gruppo di Visegrad hanno strozzato la rotta balcanica usata dai profughi sbarcati in Grecia verso la Germania. Tant'è che entro il prossimo novembre Vienna e Berlino dovrebbero rientrare nella normalità di Schengen, allentando la presa sui confini. All'Ue dispiace poi l'idea di poliziotti che respingano i profughi su due piedi: le richieste di asilo devono essere esaminate attraverso una procedura ben precisa alla frontiera o nelle zone di transito, con controlli incrociati nella banca dati Eurodac. Senza dimenticare che, mentre la valutazione della richiesta di asilo non può durare più di quattro settimane, nello stesso periodo al rifugiato devono essere garantiti cibo e alloggio. Bruxelles, insomma, respinge il progetto bavarese per una serie di questioni tecniche e legali.
Poi c'è la politica: Merkel ha già detto all'indocile Seehofer di voler trovare una soluzione in ambito Ue, un accordo che metta d'accordo tutti: dalla Svezia, che ha tanti profughi ma le frontiere sigillate di fatto dagli altri Paesi europei, all'Italia e alla Grecia, che in proporzione ne hanno di meno ma che sono esposte quotidianamente agli arrivi di barconi dalla sponda sud del Mediterraneo. Bruxelles sposa la linea della propria azionista di maggioranza, difendendola dal «tana liberi tutti» in voga tra i sovranisti di mezzo continente e, da qualche giorno, anche tra gli altrimenti convinti europeisti della Csu. Il voto per il rinnovo del Parlamento della Baviera è fra quattro mesi, e Seehofer ha fretta di portare a casa un risultato spendibile con gli elettori.
Merkel lo sa bene e non ha nessun interesse a scontentare l'indomito alleato. Anche se in un'intervista dcie che la politica sui rifugiati della Merkel ha provocato «una spaccatura in Europa». Il gioco fra i due va avanti, ma dalla caduta del governo avrebbero entrambi molto da perdere.
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