Positiva anche la moglie di Bolsonaro. E lui: "Ho un po' di muffa nei polmoni"

Mille brasiliani al giorno vittime del Covid, più di 90mila morti Un altro ministro, il sesto contagiato. La first lady: "Sto bene"

Positiva anche la moglie di Bolsonaro. E lui: "Ho un po' di muffa nei polmoni"

San Paolo. «Ho un po' di muffa nei polmoni e per questo mi sento debole e sto prendendo antibiotici». Non finisce più la telenovela del presidente brasiliano Jair Bolsonaro che ha descritto ieri così il suo stato di salute mentre faceva l'ennesimo bagno di folla (con mascherina) nello stato del Nordest verde-oro del Piauí. E così, mentre il suo Brasile continua ad infrangere record e, dopo avere superato nei giorni scorsi i 90mila morti da coronavirus, si avvia, la prossima settimana, a superare la barriera dei 100mila, lui continua a far parlare di sé tra negazionismo, abbracci e, ora l'ultima perla, «la muffa ai polmoni» che Dio solo sa cosa voglia dire.

Resta il fatto che mentre Bolsonaro parla (e straparla) la curva epidemica, che doveva appiattirsi a luglio, al momento continua a mietere in media le vite di 1000 brasiliani al giorno. Date le dimensioni del Paese grande 30 volte l'Italia e con 220 milioni di abitanti, cambiano però le zone più a rischio e se nella città di San Paolo il peggio sembra passato, ora l'allarme si è spostato nel Sud del Paese.

A far sperare i brasiliani, oltre all'inizio della primavera, è allora la sperimentazione di quattro vaccini autorizzati dall'Anvisa, l'Agenzia brasiliana della Vigilanza Sanitaria, due dei quali già in fase avanzata e che stanno dando buoni risultati. Il primo è quello di Oxford, l'altro è quello cinese, su cui scommette il governatore di San Paolo, Joao Doria. E nell'attesa che l'8 agosto inizi finalmente il campionato di calcio, ad intrattenere i brasiliani in mezzo alla tragedia del Covid19 ci pensa, come al solito, Bolsonaro.

Non solo perché, dopo essersi beccato il virus ed avere passato 15 giorni in isolamento a Brasilia, ha annunciato «sono guarito dal coronavirus» circondato da supporter e brandendo una confezione di clorochina, il farmaco su cui lui continua a scommettere da mesi, neanche fosse la Coppa del Mondo. Tra un abbraccio ed un bacio, Bolsonaro è riuscito a contagiare anche la moglie Michelle che, però, al momento dice di «stare bene» a differenza di sua nonna 80enne, Maria Aparecida, intubata l'altroieri sera e che sta lottando per la vita. Contagiati sinora anche sei ministri del governo bolsonarista, l'ultimo in ordine di tempo è Wagner Rosario, della Corte dei Conti. Prima di lui il coronavirus aveva già colpito il generale Augusto Heleno, ministro del Gabinetto della Sicurezza Istituzionale, l'ammiraglio Bento Albuquerque, ministro delle Miniere e dell'Energia, il pastore evangelico Milton Ribeiro, l'Azzolina verde-oro, il veterinario Onyx Lorenzoni e il tenente colonnello Marcos Pontes, ministro della Scienza e Tecnologia. E se per non farsi mancare nulla Bolsonaro si è anche fatto beccare da un emù, gigantesco struzzo, ieri si è fatto risentire anche l'ex presidente/galeotto Lula che ha detto testuale: «Bolsonaro ha inventato di essere stato contagiato per fare pubblicità alla clorochina e si comporta come se fosse il capo della fabbrica che la produce».

Polemiche luliste (ridicole) a parte, la situazione coronavirus è drammatica in tutta l'America latina a cominciare dal Messico, che ieri ha superato l'Inghilterra al terzo posto al mondo come paese con maggior numero di vittime (46.600) dopo Stati Uniti e Brasile.

Messico che, settimana prossima, supererà i 50mila morti ma drammatico è anche il caso del Perù, il Paese della regione con il maggior numero di morti per milioni di abitanti, 576, quasi come l'Italia e nonostante un lockdown rigido evidentemente inutile. Chi ha la curva più preoccupante, al momento, è invece l'Argentina, dove il peggio sembra ancora dovere venire.

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