Per la difesa di Matteo Salvini non c'era bisogno di citare come teste a difesa Giuseppe Conte per un motivo piuttosto semplice: «Abbiamo un audio in cui il presidente del Consiglio spiega testualmente la procedura», dice a Tagadà, sulla 7, l'avvocato Giulia Bongiorno, difensore del leader leghista. «Un audio - aggiunge - in cui Conte spiega la procedura: prima la redistribuzione, poi gli sbarchi».
Di che audio si tratta? Non è, come qualcuno aveva pensato a botta calda, la registrazione di una riunione del Consiglio dei ministri, una di quelle sedute del governo in cui secondo Salvini la linea da seguire per fronteggiare gli sbarchi veniva discussa e condivisa da tutti i presenti, a partire dal premier: se così fosse, la utilizzabilità del documento sarebbe tutta da verificare. Invece l'audio cui la Bongiorno fa riferimento viene da una fonte che più pubblica non si può: la conferenza stampa di fine anno 2019 del premier Conte, tutt'ora disponibile su Youtube. Erano giorni in cui era vivace la polemica intorno al caso della nave Gregoretti e alla decisione della magistratura di indagare Matteo Salvini per avere ritardato lo sbarco dei profughi a bordo dell'imbarcazione: la vicenda per cui l'ex ministro degli Interni è attualmente sotto procedimento penale davanti al tribunale di Catania, dove la Procura ha ribadito la richiesta di proscioglimento.
Davanti ai giornalisti, il 28 dicembre scorso Giuseppe Conte offrì la su versione sul caso della Gregoretti, che pochi giorni dopo sarebbe approdato all'esame della giunta per le autorizzazioni a procedere. Fu una scelta condivisa con lei, gli venne chiesto, come dice Salvini? «Io sto completando le verifiche - rispose Conte - con massimo scrupolo verificherò il ruolo che ho avuto riguardo alla Gregoretti. Ho fatto una verifica per i messaggi sul cellulare, whatsapp e sms, e sto facendo fare una verifica per quanto riguarda le mail. Sicuramente dal primo riscontro c'è stato un coinvolgimento della presidenza come è sempre avvenuto per la ricollocazione, perché - non è un novità, era già chiaro - per quanto riguarda le ricollocazioni abbiamo sempre a livello di presidenza con l'aiuto del ministero degli Esteri lavorato noi per ricollocare e consentire poi lo sbarco». Una dichiarazione che allora non aveva destato particolare interesse, ma su cui ora la difesa di Salvini concentra la sua attenzione soprattutto nelle ultime parole. È la frase in cui Conte dice che fu la presidenza del Consiglio, cioè lui stesso, a occuparsi delle ricollocazioni dei profughi negli altri paesi europei e indica una sequenza temporale precisa: «Ricollocare e consentire poi lo sbarco».
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