Il ddl Nordio passa al Senato con 104 voti a favore, 56 contrari e nessun astenuto. Il provvedimento che contiene l'abrogazione dell'abuso d'ufficio e che ora andrà alla Camera per il via libera definitivo, «è un momento importante per la riforma complessiva della giustizia», ha commentato il ministro. «Ma è solo l'inizio della fine di un periodo oscuro che ha visto molto spesso sul banco della opinione pubblica persone completamente estranee alle indagini, delegittimate, offese e compromesse nella loro carriera per ragioni che si sono rivelate infondate. È un momento importante per l'amministrazione perché rassicura i pubblici amministratori sulla paura della firma e su quella della diffusione della notizia dell'indagine che spesso ha compromesso la loro carriera e anche la loro candidatura».
La maggioranza, con Italia Viva e Azione, approva il pacchetto che contiene l'articolo più contestato dalle opposizioni e da una parte della magistratura. L'abuso d'ufficio viene eliminato tra l'esultanza dei sindaci, anche quelli del Pd, e le critiche dei pm, con l'incognita dell'Ue che in una bozza di direttiva raccomanda una copertura adeguata su questo reato. Per il ministro però i numeri parlano: più di cinquemila indagati all'anno e condanne sulle dita di una mano. Il ddl poi depotenzia il traffico di influenze, reato che Nordio ha sempre criticato perché di difficile applicazione, prevede una stretta alla pubblicazione delle intercettazioni e interviene sul carcere preventivo. Sarà un collegio di giudici e non più solo un gip, a decidere sulla richiesta di custodia cautelare, e sarà obbligatorio l'interrogatorio dell'indagato prima di disporne gli arresti. I magistrati dovranno notificare l'invito a comparire con almeno cinque giorni di anticipo. La norma vale per i reati non violenti e se non c'è pericolo di fuga o di inquinamento delle prove. «Certezza della pena non è e non deve essere sempre e soltanto carcere - ha detto il Guardasigilli - Stiamo studiando pene alternative per i tossicodipendenti e anche per eventuali attenuazioni di chi è in procinto di essere liberato per espiazione della pena. Il garantismo è certezza della pena ma anche enfatizzazione della presunzione di innocenza. Per noi è un sintomo di civiltà e su questo finché io sarò il ministro è un principio non negoziabile». Sulle intercettazioni scatta il divieto di pubblicazione, anche parziale, del contenuto di quelle che non siano riprodotte dal giudice nella motivazione di un provvedimento o utilizzate nel processo nel corso del dibattimento. «La libertà di stampa è sacra e inviolabile - ha ricordato ancora il ministro - la colpa è di chi viola il segreto». Furioso in Aula il senatore M5s ed ex pm Roberto Scarpinato: «Rendono più difficili le indagini sui reati dei colletti bianchi e il loro arresto». Per il leader di Iv Matteo Renzi «Nordio porta a casa un primo punto». Restano le altre battaglie annunciate dal ministro, come quella sul sequestro dei cellulari, «un'intromissione nella vita del sequestrato». E poi le carceri.
In commissione Giustizia, spiega il vice presidente Pietro Pittalis, «abbiamo chiesto di avviare l'indagine conoscitiva sulla situazione delle carceri e dato il via libera per incardinare la pdl di Giachetti (Iv) sul sovraffollamento».
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