Doveva essere la giornata di riapertura del simbolo di Bruxelles, ma le cronache reali hanno preso il sopravvento. Da un solenne taglio del nastro affidato alla principessa Astrid di Belgio, la cerimonia di ieri sotto l'Atomium si è trasformata in un botta e risposta sul principino Joachim (figlio della stessa principessa e del principe Lorenz d'Asburgo d'Este e nipote del re Filippo), positivo al coronavirus dopo un party in Spagna che fatto sfiorare l'incidente diplomatico tra i due Paesi.
Nel bel mezzo del lockdown, Joachim ha infatti contratto il Covid-19, conferma un portavoce del Palazzo reale belga. Non in Belgio, bensì in Spagna dove teoricamente sarebbe dovuto restare in quarantena. Il rampollo 28enne ha invece partecipato a una festa abusiva in Andalusia, facendo infuriare prima gli spagnoli alle prese con i postumi da lockdown. E poi i belgi, già ai ferri corti col governo.
Un party reale mentre il Paese iberico che lo ospitava era sigillato. Festa in una sala di Cordoba, conferma il quotidiano Independent. Clamore inevitabile. El País parla di altri 26 presenti, mentre le regole limitavano gli incontri a 15 persone. Risultato: invitati del principe «tutti in quarantena», spiega un funzionario del governo spagnolo, che ha definito il rampollo «irresponsabile» esprimendo sorpresa e sdegno direttamente alla casa reale.
L'agenzia di stampa Efe cita fonti di Palazzo, chiarendo che il principe avrebbe lasciato il suo Paese il 24 maggio per raggiungere Madrid. Lì, invece di starsene in quarantena come da normativa anti-Covid, avrebbe preso un treno direzione Cordoba, per spassarsela con la fidanzata Victoria Ortiz, giustificando il viaggio con «motivi professionali» e vagheggiando su uno stage. «Enorme irresponsabilità», stigmatizza il capo della Giunta andalusa Juanma Moreno, auspicando «che certe azioni non si ripetano».
Le autorità iberiche hanno avviato un'indagine, poiché in Spagna l'inosservanza delle regole anti-movida è soggetta a multe tra i 600 e i 10mila euro. All'agenzia Efe, il principe Joachim ha fatto ammenda: «Vorrei scusarmi per non aver rispettato tutte le misure durante il mio viaggio. Non volevo offendere o mancare di rispetto. Mi dispiaccio per le mie azioni e ne accetterò le conseguenze». Il rampollo, terzo figlio della principessa, è decimo nell'ordine di successione al trono. E non è l'unico della famiglia reale ad aver contratto il virus: a maggio Laurent, fratello del re, aveva infatti annunciato che sua moglie aveva il Covid.
Rafaela Valenzuela, delegata del governo a Cordoba, ha commentato: «Sono sorpresa e indignata che un incidente di questo tipo si verifica mentre stiamo vivendo un momento di lutto nazionale, è stato irresponsabile». Valenzuela sottolinea che la ripartenza non può essere messa in pericolo «da chicchessia». L'appello è «alla responsabilità individuale, specie di chi appartiene all'aristocrazia europea che dovrebbe avere lo stesso impegno per la salute dei cittadini spagnoli». Dopo la reprimenda, chiede «prudenza» nel gestire informazioni potenzialmente imbarazzanti legate al party. Ma i rumors di quello che i media hanno già ribattezzato «reale botellón a Cordoba» rimbalzano dalla Spagna al Belgio, reduce dalla clamorosa protesta contro la 45enne premier Sophie Wilmès. Meno di due settimane fa, medici e infermieri le hanno fisicamente voltato le spalle mentre visitava un ospedale.
Ieri era all'Atomium. Tempestata di domande sul principe, se l'è cavata con un «caso chiuso». A tagliare il nastro, la mamma di Joachim, trincerata dietro il «no comment». Salvo aggiungere: «Noi siamo negativi. Altrimenti non saremmo qui».
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