A Bruxelles Giuseppe Conte non ha portato soltanto una manovra che porta a un deficit più basso da quello inizialmente previsto. Ma anche la promessa di far scattare le temute clausole di salvaguardia nel 2020 se le misure non dovessero portare gli effetti sperati.
Come racconta il Corriere, infatti, nel piano che il premier italiano ha presentato ieri a Jean-Claude Juncker di fatto nulla cambia per quanto riguarda i fondi stanziati per reddito di cittadinanza e quota 100. A far scendere il deficit sarebbero principalmente le dismissioni che permettono di recuperare altri 7,5 miliardi di euro.
Eppure stavolta l'Europa parla di "buoni progressi" e non sembra più impossibile evitare l'apertura di infrazione. Pare che dietro questo mutamento di atteggiamento ci sia la promessa da parte di Conte di inserire una nuova clausola di salvaguardia che tra un anno potrebbe far aumentare Iva e accise. Un vincolo che peserà sulla manovra per almeno 20 miliardi (ad oggi la clausola inserita dagli scorsi governi è ferma a 13,7 miliardi).
A convincere la Commissione, però, non sarebbe tanto l'affidabilità di Conte rispetto agli ex premier - dal 2013 Palazzo Chigi è sempre riuscito ad evitare di far scattare le clausole di salvaguardia - quanto il contesto politico attuale.
Juncker vorrebbe infatti far slittare la questione a dopo le Europee. Anche per evitare di dover aprire una procedura di infrazione anche nei confronti della Francia e favorire così gli euroscettici in campagna elettorale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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