"Salvini ha dubbi? Chiama lui..." Iezzi, il fedelissimo di Matteo

L'ex consigliere comunale di Milano, Igor Iezzi, è stato protagonista, la scorsa settimana, di uno scontro in aula alla Camera con la deputata Dem, Lia Quartapelle sulla sanità lombarda. Ecco chi è il parlamentare di Quarto Oggiaro fedelissimo di Matteo Salvini

"Salvini ha dubbi? Chiama lui..." Iezzi, il fedelissimo di Matteo

In tv e sui giornali non si vede quasi mai. Ma se c’è bisogno di un parere o di un consiglio, Matteo Salvini alza il telefono e chiama lui, Igor Iezzi: l’ex consigliere di Zona 8, che da Quarto Oggiaro è arrivato fino in Parlamento. "Non c’è nessuno che lo ha meritato più, è un ragazzo umile e capace, che non si è mai tirato indietro di fronte a nulla", dice chi lo conosce bene, come Stefano Bolognini, assessore alle Politiche Sociali della Regione Lombardia.

La loro amicizia è nata nella Milano degli anni ‘90, tra volantinaggi e affissioni di manifesti. Un legame decennale, come quello che unisce Iezzi e Salvini. Non a caso, lo scorso gennaio, il leader leghista lo ha nominato commissario della Lega Nord, nell'ambito della transizione dal vecchio Carroccio alla nuova "Lega Salvini Premier". La sua carriera politica inizia tra i banchi del liceo Bottoni di via Mac Mahon e le case popolari di Quarto Oggiaro. Un quartiere che ancora oggi preferisce agli sfarzi di via Montenapoleone. "Quando ci vediamo per un aperitivo veloce al bar sotto casa sua ci fa sentire come se fossimo nella migliore pasticceria di Milano", sorride al telefono Bolognini.

A Quarto Oggiaro organizza banchetti, volantinaggi, affissioni. Sono gli anni della politica stradaiola che nel ’99 gli costa anche una condanna a trenta giorni per oltraggio a pubblico ufficiale. Il motivo? Assieme a Salvini fu protagonista di un lancio di uova contro l’allora presidente del Consiglio, Massimo D’Alema, e il suo ministro dell’Interno, Rosa Russo Iervolino. "Non mi colpì", rivendicò l’ex premier qualche anno fa a Repubblica.

"Igor è uno che non si è mai tirato indietro, è uno battagliero, insomma, è un leghista", assicura Alessandro Morelli, deputato ed ex direttore di Radio Padania. "Insieme ci siamo accampati sul terreno dove doveva sorgere il campo rom di via della Chiesa Rossa a Milano – ci racconta al telefono – abbiamo dormito cinque notti in tenda, poi una mattina sono arrivati i carabinieri e ci hanno cacciato via". Era il 2000, il presidente della provincia di Milano era Ombretta Colli e Iezzi iniziava a collaborare con La Padania. Sono gli anni del ritorno della Lega Nord al governo del Paese con la coalizione di centrodestra, e Iezzi viene inviato a Roma dove, per lo stesso quotidiano, segue l’attività parlamentare.

È in questo periodo, secondo i compagni di partito, che si forma la sua coscienza politica e la sua conoscenza dei meccanismi istituzionali. Un bagaglio di esperienza che si porterà in Parlamento dove oggi, in Commissione Affari Costituzionali alla Camera, guida la battaglia del partito contro l’approvazione del decreto Immigrazione, al quale la Lega ha presentato oltre mille emendamenti. "Nel 2016 non sapevo ancora che sarei diventato assessore, eppure quando mi chiesero un parere su chi mettere in lista per le politiche a Milano ho fatto subito il nome di Igor", ricorda ancora Bolognini. "Oggi per molti la sua bravura e preparazione, riconosciuta anche dagli avversari politici, è una sorpresa, per me invece no - va avanti - io sapevo già che si sarebbe fatto valere".

Prima di essere eletto in Parlamento Iezzi fa anche il consigliere comunale a Milano. Quando nel 2014 l’allora sindaco Giuliano Pisapia individuò tre aree per la costruzione di una nuova moschea in città si presentò in consiglio comunale coperto da un burqa marrone fingendosi un esponente della comunità musulmana e lesse una lettera indirizzata al primo cittadino: "Grazie al pulpito che ci state regalando instilleremo il terrore nel cuore degli infedeli". Finì che la maggioranza di centrosinistra si alzò e uscì dall’aula in segno di protesta. Ma il pallino per il burqa gli è rimasto anche ora che è in Parlamento. Tanto che a marzo del 2018 una delle prime proposte di legge in cui è cofirmatario chiede proprio di vietare il velo integrale in pubblico.

"Igor è un taciturno, uno pieno di valori, un gran lavoratore, sempre presente", dice ancora Morelli. Soprattutto è fiero di essere milanese. "È proprio per questo che la scorsa settimana si è fatto cacciare dall’aula per aver replicato alle accuse mosse dalla deputata del Pd, Lia Quartapelle, contro il governatore della Lombardia, Attilio Fontana", aggiunge l’ex direttore di Radio Padania.

"Le ho urlato di chiedere scusa ai lombardi, e al terzo richiamo del vicepresidente Rosato sono stato sbattuto fuori dall’aula", ci spiega al telefono lo stesso Iezzi. "Il punto è che si stava discutendo l’ordine del giorno dei lavori e la Quartapelle ha iniziato il suo comizio contro la Regione Lombardia, non era il caso – aggiunge – e visto che il vicepresidente non la interrompeva abbiamo iniziato a protestare noi".

"In più - chiarisce il leghista - si è trattato di un intervento dai toni pesanti in un momento drammatico come quello che stiamo vivendo".

"Non dimentichiamo che la Quartapelle è stata una delle più aspre critiche degli 'sprechi' per l’ospedale in Fiera", sottolinea Iezzi. "Ora – conclude – quell’ospedale sta salvando delle vite". E attacca: "Fosse stato per lei, queste persone sarebbero morte".

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