Dal pugno chiuso ai sovranisti di Fdi. L'ultima rovesciata di Zampagna

L'ex calciatore ternano candidato nella sua città con il centrodestra. Figlio di operai e idolo delle curve rosse: adesso è già un traditore

Dal pugno chiuso ai sovranisti di Fdi. L'ultima rovesciata di Zampagna

Contrordine compagni: Riccardo si butta a destra. Trattasi di Zampagna Riccardo, ex attaccante di peso, ridetto apposta Zampogna, girovago per vent'anni tra quindici squadre e passato alle cronache per i gol in acrobatica rovesciata, da cui l'ispirazione per mettere giù i ricordi nel libro dal titolo: Il calcio alla rovescia, il cui ricavato di vendita è andato all'ospedale di Terni per acquistare un mammografo.

Nato a Terni, nella città dell'acciaio Zampagna aveva capito che la vita sarebbe stata durissima, «a me e alla mia famiglia le acciaierie di Terni ci hanno dato da mangiare però mi hanno tolto un padre, perché lui lì dentro ci è morto». La politica gli venne addosso in una terra rossa di fatiche e di bandiere, dopo un derbaccio tra Livorno e Ternana, Riccardo andò sotto la curva dei labronici e strinse la mano destra a pugno, fu nominato sul campo nuovo compagno da una tifoseria tutta calcio e martello. Fu una scelta istintiva poi ribadita, a fine carriera, quando, esaurite alcune esperienze di allenatore, andò a giocare di nuovo, era il 2010, con l'Associazione Comunista Sportiva Dilettantistica, «Primidellastrada» nel campionato UISP, dunque l'organizzazione sportiva vicina al Pci e al Psi. Memorie dei tempi caldi di gioventù il tatuaggio sulla gamba, con l'immagine del Che (locuzione e intercalare argentino) Ernesto Guevara, gesti romantici, prima di lui si erano esibiti con il gesto del pugno chiuso, Paolo Sollier, anch'egli passato in Umbria, con la maglia del Perugia, così avrebbero fatto il brasiliano Socrates, quindi Cristiano Lucarelli, sempre in Umbria, per arrivare a Romelu Lukaku.

Ma Riccardo Zampagna non amava fare propaganda in campo, non dimenticando le origini aspre, il mestiere di tappezziere, le sveglie all'alba, il lavoro fino all'ora di pranzo e il pomeriggio dedicato al pallone e alle otto di sera già a letto: «Mio padre un giorno mi disse, Riccardo non seguire le mie orme, alle acciaierie nessuno mai ti darà una pacca sulla spalla per un tubo fatto bene». Il pallone, dunque, prima e dopo, l'apertura di una scuola calcio dove ha accolto un bambino ucraino, di quattro anni fuggito con la madre da Leopoli, l'impegno sociale ma senza manifesti e cortei, qualche apparizione televisiva come opinionista e i primi tentativi di una carriera istituzionale. Cinque anni fa aveva provato con il Movimento 5 stelle, nella lista del candidato sindaco De Luca ma Terni aveva svoltato consegnandosi alla Lega di Latini e il progetto di Zampagna per lo sport era finito nei comizi di vigilia.

Per un professionista della rovesciata basta un attimo, un colpo a sorpresa, un momento di riflessione ed ecco la candidatura nella lista Terni Protagonista, a sostegno di Orlando Masselli di Fratelli d'Italia.

Da sinistra a destra, tenendo le mani a posto, niente pugni chiusi e saluti romani, è roba che serve alla contro-propaganda, Zampagna tiene famiglia e, assieme, molte idee utili per la comunità, la sua scelta va rispettata anche se è già partita la contraerea per metterlo in fuorigioco come traditore, voltagabbana, venduto, funambolo non più con il pallone verso la porta avversaria ma contro il passato che lo portò anche in piazza a manifestare, era l'anno 2014, contro la riduzione dei posti di lavoro nell'acciaieria di Terni passata sotto la ThyssenKrupp. Diari lontani, di gol e speranze vane, prima di quest'ultima e imprevista rovesciata.

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