Anche la Caritas pensa che il Reddito di cittadinanza vada cambiato. Non solo, l'organismo della Cei ha sottoposto al governo una sua proposta che cerca di mettere ordine nel caos del reddito di cittadinanza, distinguendo tra aiuti temporanei alle persone in cerca di lavoro e famiglie in reale situazione di povertà. Due condizioni differenti che invece il Rdc ha mescolato, elargendo assegni mensili anche importanti a persone in grado di svolgere un lavoro ma che invece, pagate per non lavorare, hanno preferito non fare nulla (o cumulare il Rdc con il lavoro in nero). La Caritas propone di sdoppiare le misure in due, l'Assegno Sociale per il lavoro (Al) e il Rep, il Reddito di protezione. Il primo, leggiamo dalla proposta di riforma dell'ente diretto da don Marco Pagniello (nel tondo), «è rivolto alle persone in grave difficoltà economica, senza lavoro da un determinato periodo di tempo (occupabili) e prive di sostegni pubblici per la disoccupazione. La sua finalità è il re-inserimento lavorativo. Si articola in un trasferimento monetario e in attività mirate a trovare un nuovo impiego. È a tempo limitato e pone ai beneficiari stringenti condizioni affinchè si impegnino attivamente nella ricerca di un'occupazione». La durata massima è 18 mesi e non è rinnovabile. Il Reddito di Protezione (Rep) invece è rivolto alle famiglie in povertà. Si supera quindi «la confusione tra l'obiettivo dell'inserimento lavorativo e quello della tutela di ultima istanza, prevedendo due misure distinte con finalità differenti». Una linea simile a quella del governo che punta a sdoppiare il reddito in Gal (Garanzia per l'attivazione lavorativa e Gil (garanzia per l'inclusione) dentro un decreto nel Cdm straordinario del 1 maggio (l'ipotesi delle ultime ore è che il governo mantenga solo la Gil e riduca o elimini del tutto il sussidio per chi può lavorare). In entrambi i casi, la Caritas prevede controlli efficaci per evitare truffe e raggiri. «L'intero ciclo delle verifiche sul possesso dei requisiti deve essere completato prima di autorizzare l'erogazione del beneficio», scrive la Caritas.
Non, cioè, dopo che l'assegno è già stato pagato, come è successo con le autodichiarazioni (molte farlocche) per il pagamento del Rdc. Altro punto interessante, anche la Caritas è consapevole che 500 euro al sud o a Milano hanno un valore diverso, quindi suggerisce di modulare gli importi a seconda di dove si abita.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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