Dopo la tregua di facciata con l'ex fedelissimo Prigozhin, Putin sembra pronto a servire quella vendetta che giusto poche settimane fa il direttore della Cia, William Burns, si diceva sicuro che sarebbe arrivata; ma cucinata «a freddo». Puntuale, sulla distanza, il pranzo è (quasi) servito. Ed è un piatto indigesto anzitutto per la squadra di mercenari della brigata Wagner, che potrebbe vedersi costretta a rivedere le sue attività. Dopo la «punizione» dello zar su svariati interessi commerciali di Prigozhin, per gli 007 sarebbe infatti venuto il tempo del taglio dei fondi russi alla Wagner; orchestrato secondo i Servizi britannici proprio da Putin.
Mosca, dopo l'ammutinamento, avrebbe nel mirino la brigata. Che, in risposta, muta la sua pelle camaleontica, trasformando azioni in trincea in guerra psicologica. Un ripensamento della fisionomia delle operazioni sarebbe in cantiere: da supporto o testa di ponte di Mosca, sul campo o in capitali non solo africane, a una virata verso una psy-war in Europa. Ma servono soldi. L'abortita marcia su Mosca profila infatti un cammino sulle uova, per i miliziani di Prigozhin. E fors'anche per un occidente impreparato a gestire i cocci di una Federazione che rischiano di spargersi un po' ovunque. I Wagner da settimane attendono un colpo di coda dello zar e starebbero già lavorando al «ridimensionamento e riconfigurazione», per risparmiare su spese e stipendi del personale, e facendo però campagna acquisti di forze fresche (e con poche pretese) in un momento di pressione finanziaria. Dove? Forse anche in Polonia.
Speculazioni. Si vorrebbe far credere al reclutamento di uomini dai 20 a i 50 anni, per mostrarsi spendibili. Il possibile taglio «putiniano» dei fondi è infatti giudicato «realistico» dall'intelligence di Sua Maestà; apparentemente, la vendetta dello zar sul suo ex «chef». Ma Prigozhin tesse da tempo tele parallele, rispetto al canale Cremlino. Gli inglesi indicano Minsk come «secondo finanziatore più plausibile». I Wagner al verde avrebbero però incassato un netto rifiuto da Lukashenko. Prigozhin aveva concordato solo un parcheggio in Bielorussia per i suoi.
L'ex «cuoco» frequenta da oltre un decennio Lukashenko. Ma nell'ingranaggio a combinazione indecifrabile, il 23 luglio Lukashenko aveva confidato a Putin che membri Wagner «iniziavano a stressarlo». Sembra che i paramilitari volessero fare «un'escursione in Polonia, a Rzeszow». E da giorni si parla di un abbandono dei ranghi bielorussi. E di campagne polacche. Su vari canali Telegram si legge: «A Cracovia sono stati trovati adesivi con i simboli di Wagner». Polizia polacca e intelligence indagano, ma la Nato smentisce minacce paramilitari al confine, confermando la virata psicologica della brigata: «Se gli adesivi li spaventano così tanto, cosa succederà quando i Wagner verranno a Varsavia per un tour?», si legge su Telegram.
Dopo la fallita rivolta a giugno, con una Francia pronta ad azioni anti-disinformazione russe, e con gli Usa sul chi vive, la vita dei mercenari è in bilico. Scrive Nathalia Dukhan, autrice del rapporto Architects of Terror: «Il mostro si evolverà, ma non morirà». È il loro Dna.
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