Quando il furbetto faceva l'eroe buono

Quindici minuti di servizio, non su una piccola tv locale ma sulla rete ammiraglia di mamma Rai, Rai1. In studio Salvatore Buzzi

Salvatore Buzzi a "La vita in diretta"
Salvatore Buzzi a "La vita in diretta"

Quindici minuti di servizio, non su una piccola tv locale ma sulla rete ammiraglia di mamma Rai, Rai1. In studio Salvatore Buzzi ( nella foto ), re delle coop rosse e personaggio chiave dell'inchiesta che sta facendo tremare Roma, ospite d'onore di Franco Di Mare a «La vita in diretta», nel ruolo di grande benefattore. Era lo scorso 10 marzo, pomeriggio, spazio storie. E quel Buzzi eroe buono in tv fa un po' effetto, visto oggi alla luce delle accuse e delle intercettazioni di «Mondo di mezzo». Tanto più quando elenca tutti i servizi che gestisce nella Capitale. Presi onestamente partecipando alle gare, racconta in tv. Oliando i politici e lucrando sui soldi pubblici, dice l'inchiesta di oggi.

Il video è on line . Il titolo del servizio è tristemente ironico, col senno di poi: «Cooperativa 29 giugno, il lavoro rende liberi». «Abbiamo dovuto superare due o tre difficoltà», spiega Buzzi a proposito della diffidenza della gente rispetto agli ex carcerati. Quindi si lancia nell'auto-elogio: «Ormai “29 giugno” a Roma è un nome conosciutissimo. Siamo i primi operatori del verde su Roma, facciamo la raccolta differenziata per conto di Ama, abbiamo l'apertura e la chiusura dell'Università Roma 3 dove impieghiamo 150 persone. Puliamo l'Auditorium, la Fiera di Roma. Tutte cose – sottolinea – che abbiamo conquistato piano piano, andando sul mercato, facendo le gare, con l'aiuto di importanti gruppi bancari che ci hanno aiutato nel credito». Il pubblico ascolta in religioso silenzio Buzzi e gli altri ospiti, due ex detenuti aiutati dalla coop. Ma Buzzi tiene a far conoscere anche l'altra attività, quella che, parole sue nelle intercettazioni, «rende più del traffico di droga»: gli immigrati.

«Abbiamo – spiega ancora – il settore assistenza delle persone, con centro di accoglienza per immigrati, richiedenti asilo, senza fissa dimora, donne vittime di tratta. Ci occupiamo di tutte le persone in condizioni di svantaggio utilizzando persone svantaggiate».

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