Roma capitale delle occupazioni. La guerriglia seguita allo sgombero del palazzo di via Curtatone, nel cuore della Città eterna, di fronte alla sede del Csm, non è che la punta dell'iceberg di un fenomeno che, a Roma, è divenuto endemico. Non solo nelle periferie, appunto, ma anche in quartieri storici del centro, dove immobili spesso privati sono stati sfilati di mano ai legittimi proprietari, da un lato costretti a pagare tasse e imposte e dall'altro impossibilitati a godere del proprio bene, con rilevanti danni economici. Via Curtatone, infatti, era solo una delle 101 occupazioni segnalate da prefettura e Viminale. Situazioni del tutto fuorilegge che pure danno ospitalità ad almeno 3-4mila stranieri con lo status di rifugiato, incredibilmente rimasti fuori dal sistema dell'accoglienza pur riccamente finanziato. Ed era pure tra i 16 indirizzi indicati nel piano Tronca come da sgomberare al più presto, e quella deliberazione del commissario straordinario che ha guidato il Campidoglio tra Ignazio Marino e Virginia Raggi risale a ormai 16 mesi fa, aprile 2016. Ma, appunto, in tutto questo tempo la «top 16» delle occupazioni più preoccupanti è stata sostanzialmente invariata, con la sola eccezione, appunto, dell'immobile che affaccia su piazza Indipendenza. Nell'elenco ci sono ancora l'immobile ex Banca d'Italia di via Carlo Felice, occupato da Action 14 anni fa, a pochi passi da San Giovanni, che ospita tra l'altro il centro sociale «Sans Papiers» oltre a 30 nuclei familiari. Nel 2014 proprio nell'edificio una donna marocchina, Khadija El Fatkhan, dopo aver accoltellato il marito, uccise i suoi tre figli e si tolse la vita impiccandosi. Nella «top 15» citata ieri anche dal prefetto di Roma Paola Basilone c'è poi la palazzina di via del Policlinico, 137, di proprietà Bnl-Paribas e occupato dal Coordinamento cittadino di lotta per la casa di Roma nel 2009. Risale invece al 2012 l'irruzione nei due palazzi dell'Inps di viale delle Province, 196, che da allora ospitano circa 150 persone, soprattutto stranieri, e uno sportello dei movimenti per la casa per chi non ha un tetto. Il quarto immobile della lista è alla Bufalotta, via Gian Maria Volonté, 9. Ventuno miniappartamenti destinati ad alloggi per anziani, ma che sono stati occupati nel 2007 e lo sono ancora dopo dieci anni. In via Tiburtina c'è l'Aniene Roma Palace, al civico 1069, sfilato all'imprenditore Fabrizio Gianni ad aprile 2013, prima dell'inaugurazione: le 72 stanze sono sempre occupate ma gratis da circa 200 abusivi che, bloccato il portiere, presero possesso della struttura. Poco più in là, civico 1099, altra storica occupazione dei «blocchi precari metropolitani». In via Prenestina 944 c'era l'hotel Eurostars Roma Congress, che chiuse a fine 2011 e venne occupato con un blitz dei movimenti per la casa a dicembre 2012: ci abitano 200 famiglie. Era dell'Inpdap la palazzina in via Collatina, 385 dove abitano abusivamente dal lontano 2004 6-700 persone, in gran parte provenienti da Etiopia ed Eritrea. All'Anagnina, via Tuscolana 1782, vivono da un lustro 100 famiglie dopo aver occupato il palazzo di proprietà dell'Inps, dove l'anno scorso si rischiò la strage per l'esplosione di una bombola di gas e per il successivo incendio. In via del Caravaggio 105 e 107, due palazzine che ospitavano uffici della regione e di proprietà di una signora che possiede migliaia di immobili nella capitale sono state occupate nel 2013 e da allora vi abitano circa 200 persone, mentre l'immobile di via dell'Impruneta, 51, 10mila metri quadrati di superficie, era una scuola, la «8 marzo», ma nonostante alcuni tentativi di sgomberi è ancora abitata da abusivi, una dei quali, peruviana, meno di un anno fa venne arrestata per estorsione: pretendeva il «fitto» da altri ospiti della struttura. Altra ex scuola quella di via Cardinal Capranica, a Primavalle, già sgomberata e rioccupata in passato, due anni fa è finita sui giornali come «supermarket della droga» in seguito all'arresto di due spacciatori marocchini che abitavano e lavoravano nell'ex istituto. Dopo la scuola, la casa di cura «Valle Fiorita», 274 posti letto in via di Torrevecchia, 156. Fallita nel 2011 per i tagli alla sanità, finisce okkupata dal coordinamento «lotta per la casa», e ora oltre a diverse famiglie ospita uno «sportello di lotta» per l'abitare. Ancora, a Centocelle c'è lo stabile Acea in via di Tor de' Schiavi, 101, occupato nel 2013, e in via Cavaglieri c'è «palazzo Selam», proprietà Enasarco, già facoltà di lettere di Tor Vergata. Occupato in era veltroniana è poi sprofondato nel degrado insieme ai suoi ospiti, che variano nel numero con punte massime di 2000 persone: al momento vi sarebbero anche 700 rifugiati.
Di queste 15 occupazioni a gennaio scorso parlò anche il capo della polizia Franco Gabrielli. Denunciando nella sua relazione alla Commissione parlamentare di inchiesta su sicurezza e degrado delle città, come molte di loro siano frutto dello «Tsunami tour» organizzato tra 2011 e 2013 dagli antagonisti del movimento per la casa, che «aveva portato all'invasione contemporanea anche di 5-6 edifici alla volta», fissando oltre quota cento le occupazioni nella capitale. Gabrielli stimava in 6mila persone gli ospiti abusivi di queste strutture, una cifra che ovviamente pone problemi di ordine pubblico. L'ultima denuncia di una situazione «abbastanza scandalosa» fatta dal capo della polizia, però, riguardava la sua esperienza da prefetto capitolino.
Quando lui e Tronca stilarono la «top 15» da sgomberare per «maggiore allarme sociale» e «pericoli per gli occupanti», a margine di un'operazione che stanziava 150 milioni di euro per fronteggiare specificamente l'effetto degli sgomberi delle occupazioni firmate «tsunami tour». «Me ne sono andato dal ruolo di prefetto di Roma - concluse amaro Gabrielli sette mesi fa - e mi risulta che questa situazione come l'ho lasciata si trovi».
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