Da ieri l'atletica italiana ha due fari che illuminano il suo cammino: Gianmarco Tamberi e Marcell Jacobs, freschi campioni olimpici. Alle loro spalle, però, c'è pronta una generazione di giovani che vogliono crescere e imparare dai due leader azzurri. L'atletica azzurra, insomma, fa gioco di squadra. E tra certezze e future promesse, si può continuare a sognare.
È un momento d'oro per l'Italia, che si è presentata a Tokyo con una spedizione record di 76 atleti. Fin qui, sono stati ottimi i riscontri dei nostri. E poco importa che siano prove di mezzofondo o sprint, salti o lanci. Siamo una Nazionale eclettica, capace di fornire grandi prestazioni un po' ovunque. Nella prima finale olimpica, i 10.000 metri, c'era già un azzurro al via: il 23enne Yeman Crippa ha chiuso 11°, altra conferma per il primatista italiano dopo l'ottava piazza dei mondiali di Doha 2019. Oggi, invece, toccherà ad Ahmed Abdelwahed e Ala Zoghlami nella finale dei 3000 siepi in cui solo Kenya ed Etiopia schiereranno al via due atleti come l'Italia. Ma anche al femminile teniamo testa al mondo nelle distanze lunghe. A ruota, infatti, ci sarà Nadia Battocletti nella finale dei 5000 metri: la 21enne trentina ha gareggiato da consumata campionessa nelle batterie, finendo addirittura terza alle spalle di giganti come l'etiope Tsegay e la keniana Obiri e rafforzando la seconda piazza italiana all-time alle spalle soltanto di Roberta Brunet, bronzo ad Atlanta '96.
Ma non è finita qui. Perché anche nella velocità teniamo testa ai migliori interpreti. Oltre a Jacobs e all'altro jet azzurro Filippo Tortu, anche le donne sanno correre forte. Anna Bongiorni ha superato le batterie dei 100 metri e si è fermata alla semifinale, idem Luminosa Bogliolo ma nei 100 ostacoli, gara nella quale ha stampato il record nazionale (1275) cercato per due anni e centrato nell'appuntamento più prezioso. Ostacoli che ieri ha cavalcato in maniera sensazionale Alessandro Sibilio (nella foto), autore della seconda prestazione italiana di sempre (4793). Il 21enne napoletano ha acciuffato una finale dei 400 hs che mancava da Sydney 2000, quando l'allora iridato in carica Fabrizio Mori fu settimo. Anche nei lanci, a dire il vero, mostriamo il carattere: ieri Sara Fantini, non ancora 24enne, è entrata tra le top 12 del lancio del martello grazie all'ultima misura utile per la promozione. Il giorno prima, invece, Daisy Osakue aveva eguagliato il record italiano del disco datato giugno 1996, stabilito da Agnese Maffeis. Ma altri primati di certo cadranno da qui all'8 agosto.
Chi gongola è l'ex campione e neo presidente della Fidal Stefano Mei, che ha sottolineato come «oggi l'atletica italiana ribadisce il suo valore e per questo abbiamo deciso di puntare su una formazione molto ampia». Per ora, una scelta che sta pagando.
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