La rabbia dei manifestanti al grido di "giudici assassini"

Dopo la sentenza una pioggia di minacce sui siti anarchici. Massima allerta per i cortei previsti oggi

La rabbia dei manifestanti al grido di "giudici assassini"

La giornata del verdetto su Alfredo Cospito comincia con i blindati delle forze dell'ordine davanti al Palazzo della Cassazione e finisce con i manifestanti che tolgono gli striscioni e minacciano lo Stato. Qualche secondo di silenzio, poi l'urlo, in coro, subito dopo la decisione della Corte. «Assassini», gridano gli anarchici radunati davanti al Palazzaccio di Roma. La rabbia corre subito sui canali Telegram della galassia anarchica. «La Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dall'avv. Flavio Rossi Albertini per la revoca del 41bis ad Alfredo Cospito. Lo Stato lo ha condannato a morte!», si legge su Contropotere, il gruppo più numeroso. La sentenza viene definita «la condanna a morte di Alfredo Cospito».

I manifestanti, un centinaio, si riuniscono a Piazza Cavour, di fronte alla Suprema Corte, a partire dalle dieci di mattina. Tutta l'area è militarizzata. È tanta la paura per possibili scontri con la Polizia e i Carabinieri, anche se gli anarchici scelgono di sciogliere il presidio in serata, quasi un'ora dopo il verdetto dei giudici. Pasquale Valitutti, detto Lello, uno dei leader dell'anarchia italiana, minaccia ritorsioni violente. «Abbiamo saputo della decisione della Corte di Cassazione che fossero dei venduti e dei servi lo abbiamo sempre saputo. Da oggi, ufficialmente, sono degli assassini. Si stanno marchiando del sangue di un compagno valoroso, di un nostro fratello, di una persona degna», dice il 75enne Valitutti dalla sua carrozzina elettrica. «Quello che hanno fatto stasera aggiunge l'anarchico resterà scritto nella storia: sarà una vergogna per questa Corte, sarà una vergogna per questo Paese. Saranno i soli responsabili di tutto quello che succederà, insieme a quelli che li hanno forzati a prendere questa decisione assolutamente illegale, anticostituzionale, contraria a tutti i trattati sui diritti umani. Siete dei miserabili assassini».

«Se Alfredo muore ve la faremo pagare», «è finito il momento delle manifestazioni, da oggi inizia il momento della lotta», dicono i militanti, alternandosi al megafono. «Fuori Alfredo dal 41bis», è lo slogan che si legge su uno striscione rosso. Altre parole d'ordine violente compaiono sugli altri striscioni. E allora: «Lo Stato democratico con il 41 bis tortura», «Fuori Alfredo dal 41 bis», «il carcere uccide». Poi, su un telo nero, la scritta: «Contro l'ergastolo ostativo e il 41 bis, solidarietà con Alfredo». Valitutti minaccia anche in mattinata: «Per i ricchi e potenti scateneremo l'inferno, mettendo in gioco anche la nostra vita». Un videomaker viene spintonato dagli anarchici. Ma al momento la violenza terroristica rimane solo stampata sugli striscioni e affiora dalle labbra di chi pretende che lo Stato revochi il carcere duro a Cospito. Arriva la notizia di un presidio davanti al Palazzo di Giustizia di Torino. Si fa sentire l'internazionale anarchica, nelle scorse settimane protagonista di attacchi e intimidazioni ai danni dei diplomatici italiani in diversi paesi europei. Circa quindici manifestanti protestano davanti all'ambasciata italiana a Madrid. Venerdì, a Barcellona, cento persone hanno partecipato a una manifestazione contro il 41 bis e in solidarietà a Cospito.L'allerta rimane alta, dopo il gesto dimostrativo con fumogeni e uno striscione sull'Altare della Patria messo in atto venerdì.

Non sono esclusi scontri e tensioni anche per oggi, quando molti gruppi di anarchici, come il circolo Galipettes di Milano, parteciperanno ai tanti cortei per la pace e contro la guerra in Ucraina in programma in giro per l'Italia.

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