Giulio Gallera, assessore al Welfare della Regione Lombardia. Ci sarà uno scossone al vertice della Sanità, il direttore generale Luigi Cajazzo che ha gestito l'emergenza Covid diventerà vicesegretario regionale e al suo posto arriverà dagli Spedali Civili di Brescia Marco Trivelli. Iniziano a saltare poltrone?
«Assolutamente no, rafforziamo la squadra. Abbiamo affrontato uno tsunami e i nostri uomini hanno fatto un lavoro egregio senza libretto delle istruzioni e con la scienza che diceva e dice tutto e il contrario di tutto. Si è fatto un grande lavoro sia modificando le strutture ospedaliere che scegliendo politicamente di chiedere lockdown che hanno evitato ad altre regioni di trovarsi nella nostra situazione. Io e il governatore Fontana abbiamo ragionato molto sul potenziamento della squadra. Abbiamo creato comitati di esperti (da direttori sanitari a rappresentanti di medici e infermieri) per elaborare i piani per i presidi ospedalieri e territoriali e, per governare la macchina in questa nuova fase, dovevamo prendere chi ha lavorato meglio in trincea, Trivelli era la persona giusta. Cajazzo si occuperà in particolare dei rapporti con il Ministero della Salute».
Secondo alcune voci pure il suo posto sarebbe in bilico. La Lega vuole il suo assessorato?
«Mi confronto quotidianamente con Fontana e molti consiglieri, un paio di settimane fa la maggioranza ha respinto in maniera compatta in aula una richiesta di mie dimissioni, gli atti formali sono quelli e quindi finché c'è la fiducia vado avanti. Non ho motivo oggi di ritenere il contrario e svolgo appieno il mio incarico, con grande fatica fisica ma con assoluta determinazione. Dobbiamo prepararci a un'eventuale seconda ondata».
Come?
«Entro mercoledì presenteremo al governo un piano per aumentare le terapie intensive, da 861 a 1466 posti letto, più altri 352 immediatamente apribili in intensiva e 352 di subintensiva. Dentro ci saranno anche gli ospedali realizzati alla Fiera di Milano e Bergamo».
Quelli criticati dalla sinistra perché sono vuoti?
«È curioso che gli unici considerati inutili siano quelli lombardi. Il ministro della Salute Speranza ha appena inaugurato con il presidente Pd Bonaccini un hub per le terapie intensive, chiaramente vuoto, in Emilia-Romagna e ci sono strutture simili nelle Marche, in Campania o in Germania, ospedali oggi vuoti ma pronti per ogni eventualità. Solo gli altri però oggi sono previdenti..».
Pd e sinistra si stanno scagliando duramente contro la sanità lombarda, il 20 giugno ci sarà una manifestazione a Milano per chiedere le dimissioni della giunta.
«Fino a fine marzo i giornali raccontavano quanto la Lombardia fosse brava ad affrontare un'emergenza complicatissima, dai primi di aprile in poi abbiamo subito un attacco politico violento da parte di chi, non essendo mai riuscito a vincere con i voti, ha provato a deformare la realtà, un'azione di sciacallaggio politico pesante. Io dico a certe persone che che bisogna stare attenti perché tra articoli su giornali e dichiarazioni sprezzanti di qualche politico siamo arrivati alle scritte assassino sui muri, Fontana messo sotto scorta. Non si può arrivare a questo punto, mi sembra che la situazione stia sfuggendo di mano. Avremo anche fatto degli errori ma attacchi verbali così violenti sono inaccettabili, è ora di rallentare e tornare a toni da dialettica politica».
Anche lei ha subito minacce?
«Articoli, attacchi sui social, mail in cui mi si dava dell'assassino e altro, ho denunciato tutto alla Digos. Mai avrei pensato di trovarmi in situazioni del genere».
Rafforzerete la medicina di base?
«Il tema riguarda tutta Italia, lo Stato dal 2011 al 2020 ha tagliato 37 miliardi alla sanità. Ora qualcosa sta cambiando, il governo non la considera più un costo ma un patrimonio su cui investire, potremo assumere 1.600 medici di famiglia, rafforzare le Unità speciali di continuità assistenziale. A Speranza chiedo di aumentare le risorse delle borse di studio per i medici di base, oggi ci spetterebbero solo 131 posti a concorso».
La Procura di Bergamo ha convocato il premier Conte e i
ministri Speranza e Lamorgese sulla mancata istituzione della zona rossa a Nembro e Alzano Lombardo.«Abbiamo sempre chiesto in maniera forte al governo la zona rossa e aver mandato lì i militari ci aveva dato certezze».
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