Raggi, sentenza attesa a novembre

In caso di condanna, il codice etico grillino impone le dimissioni

Raggi, sentenza attesa a novembre

Roma Era in aula seduta sul banco degli imputati, ieri, la sindaca di Roma Virginia Raggi. Accusata di falso per la nomina a capo della direzione Turismo del Campidoglio di Renato Marra, fratello dell'allora capo del personale Raffaele, la prima cittadina si sottoporrà all'esame dopo l'estate, quando il dibattimento sarà alle battute finali, soltanto dopo che il pm avrà completato l'audizione dei suoi testimoni e prima della sentenza prevista in autunno. A quel punto, se la prima cittadina dovesse essere condannata, dovrebbe dimettersi come previsto dal codice etico del M5s per qualsiasi condanna di primo grado.

Durante l'udienza, durata circa un'ora, è stato ascoltato l'ispettore di polizia che ha svolto le indagini per conto della Procura e che ha acquisito il materiale cartaceo e informatico utilizzato dai magistrati per provare che la sindaca dichiarò il falso, nel 2016, all'allora responsabile anticorruzione del Campidoglio, Mariarosaria Turchi, quando sostenne di aver deciso lei sola ogni dettaglio della nomina di Renato Marra senza consultare il fratello del candidato in quel momento suo braccio destro. In particolare il poliziotto ha illustrato il contenuto dell'informativa redatta dopo il sequestro del cellulare di Raffaele, quando fu arrestato per corruzione assieme all'imprenditore Sergio Scarpellini, procedimento per il quale è tutt'ora sotto processo per abuso d'ufficio davanti ad un'altra sezione. È stato proprio il contenuto di alcune chat finite nell'inchiesta a smentire la Raggi. All'Anticorruzione disse che il ruolo di Raffaele Marra fu di «mera pedissequa esecuzione delle determinazioni da me assunte», mentre nei messaggi rimproverava il suo stretto collaboratore di «averla messa in imbarazzo per aver scelto il fratello senza consultarla».

Durante il processo ci sono state piccole schermaglie tra il pm Francesco Dall'Olio e i difensori della sindaca sull'utilizzabilità delle chat di Telegram e WhatsApp e delle email che secondo la Procura smentirebbero la Raggi. Le parti sono arrivate ad un accordo: saranno prodotte durante il dibattimento solo le comunicazioni tra la sindaca e il suo braccio destro effettivamente rilevanti.

Il processo va avanti spedito.

Domani è in calendario una nuova udienza, dedicata all'audizione della responsabile dell'Anticorruzione alla quale la Raggi non avrebbe detto la verità sulla scelta del nuovo incarico di Renato Marra, promosso tramite un interpello istruito dal Dipartimento diretto dal fratello da vigile a dirigente capitolino con relativo incremento di stipendio di 20mila euro. PaTa

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