Rai, Draghi spiazza ancora i partiti

Il premier indica il manager Fuortes come ad e la ex Discovery. Soldi alla presidenza

Rai, Draghi spiazza ancora i partiti

Il «metodo Draghi» viene applicato anche alla Rai. Ma questa volta con una sfumatura politica oltre a quella tecnica. Il ministro dell'Economia, Daniele Franco, d'intesa con il presidente del Consiglio proporrà alla prossima riunione del Consiglio dei ministri Marinella Soldi e Carlo Fuortes quali componenti del cda della tv di Stato. La ex manager di Discovery Italia sarà proposta come presidente, mentre il sovrintendente del Teatro dell'Opera di Roma come amministratore delegato. La mossa, infatti, consentirà all'assemblea che si riunirà lunedì prossimo di procedere alla nomina dei due nuovi consiglieri oltre a Riccardo Laganà, riconfermato dal voto dei dipendenti. Per le altre designazioni bisognerà attendere l'accordo in Parlamento tra maggioranza e opposizione, intesa rinviata a mercoledì 14 luglio per l'implosione dell'M5s.

Il premier ha accelerato sulle designazioni, come già fatto per Cassa Depositi e Prestiti e Ferrovie, scegliendo professionisti con un background economico alle spalle. E, soprattutto, smentendo i rumor di Palazzo che indicavano come favoriti per la poltrona di ad l'ex Warner Giorgio Stock, Matteo Maggiore della Bei e, più defilati, Raffele Agrusti (ex Generali e RaiWay, ora in Mps) e Laura Cioli (già ad di Rcs e Gedi).

Fuortes è laureato in Statistica alla Sapienza di Roma, dove è stato allievo di Sylos Labini e Spaventa, e guida il principale teatro romano dal 2013 (con incarico rinnovato fino al 2025). La lunga esperienza nella gestione economica delle imprese culturali lo rende un profilo adatto all'incarico, ma la sua designazione ha causato qualche mal di pancia nel centrodestra in quanto, precedentemente, aveva ottenuto incarichi di prestigio come la guida della Fondazione Cinema per Roma (organizzatrice del festival della Capitale) affidatigli direttamente dal Campidoglio a guida Walter Veltroni. «Ci ritroviamo un esponente dei palazzi romani», ha commentato il viceministro Alessandro Morelli (Lega). «Una scelta sorprendente», ha chiosato la collega di partito Lucia Borgonzoni, ricordando che «è noto come personaggio molto vicino alla sinistra, a Veltroni in particolare». Discorso analogo per Marinella Soldi che l'ex premier Matteo Renzi nel 2015 avrebbe voluto alla guida di Viale Mazzini.

«Non importa di che colore è il gatto, l'importante è che prenda i topi». Draghi avrà probabilmente fatto propria la massima di Confucio ripresa da Mao. Anche perché il presidente del Consiglio è molto preoccupato dalla situazione economica della tv di Stato. Il gruppo Rai ha chiuso il 2020 in sostanziale pareggio ma per l'anno in corso è attesa una perdita di circa 60 milioni (causa rinvio del pagamento dei diritti per Europei e Olimpiadi; ndr) e, nello scorso novembre, si prospettava un triennio 2021-2023 difficile per effetto dei minori ricavi pubblicitari, impattati dalla pandemia.

Fuortes avrà dinanzi a sé due strade: chiedere al ministro Franco di dirottare una maggiore quota di canone a Viale Mazzini (ora si veleggia sull'83%) per recuperare circa 300 milioni dal Tesoro. Oppure intervenire sul personale che consta di circa 11.500 dipendenti dei quali 1.780 sono giornalisti.

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