Un Recovery energetico per la salute: il combinato disposto tra caro bollette e crisi sanitaria può far esplodere il caos in tutta Europa in inverno e servono interventi preventivi. "Nell'affrontare la crisi energetica, l'Europa non può e non deve trascurare le sue pericolose ripercussioni nel mondo della sanità. Il caro bollette sta mettendo in ginocchio famiglie e imprese, ma impatta fortemente anche sugli ospedali, sulle Asl e su tutte le strutture sanitarie, e come conseguenza influisce anche sulla salute dei malati": a lanciare l'allarme l'eurodeputata Luisa Regimenti, componente della commissione Sanità al Parlamento europeo e responsabile per l'Ue del dipartimento Sanità di Forza Italia, che pone l'accento su un tema spesso sottovalutato, ovvero il nesso tra crisi energetica e crisi sanitaria.
Vale per la sanità pubblica come per quella privata. A settembre a Milano il gruppo San Donato denunciava un "aumento dell'890% per il gas e del 260% per l'elettricità", un vero e proprio choc; le bollette sono salite di 3 milioni di euro al Papa Giovanni XXIII di Bergamo, di 4 al San Gerardo di Monza, di 5 al Maggiore di Cremona. E da Cuneo a Napoli, denunce di casi simili si rincorrono. L'inverno sarà lungo e il combinato disposto tra crisi energetica e minacce legate al quadro epidemiologico del Covid-19 impone un surplus di attenzione. Regimenti lancia l'allarme alla vigilia del voto di Strasburgo sul piano energetico costruito in estate dalla Commissione e vidimato all'ultimo Consiglio straordinario sull'Energia
"L'accordo raggiunto venerdì dal Consiglio Ue, che prevede tra le altre cose il taglio dei consumi - prosegue la Regimenti - non risolve il problema della grave emergenza che stiamo attraversando, e dobbiamo avere ben presente che questa va affrontata anche nell'ambito della sicurezza nella sanità europea, che davvero rischia di far entrare in crisi l'intero settore". Gli ospedali, è il ragionamento, non possono ovviamente permettersi alcuna previsione di tagli ai consumi e d'inverno dovranno ricevere un approvvigionamento strutturato e completo. Già all’inizio dell’anno, prima della guerra in Ucraina, la Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso) aveva stimato un incremento della bolletta energetica pari al 30% anno su anno chiedendo lo stanziamento di risorse straordinarie pari a 500 milioni di euro. La richiesta era stata soddisfatta per meno della metà dell’importo richiesto (200 milioni di euro) dal governo Draghi. Dalle terapie intensive alla catena del freddo per farmaci e vaccini, dalle apparecchiature per Tac, Pet e Radiodiagnostica alle sale operatorie, gli ospedali necessitano di continuità; nelle Case di riposo e nelle Rsa, parimenti, l'età elevata degli ospiti difficilmente consentirà di applicare appieno i piani del governo sul controllo del riscaldamento senza impattare sulla salute degli ospiti più fragili.
Regimenti, chiede, dunque a nome di Forza Italia di proporre in seno al Partito Popolare Europeo politiche di aggiustamento delle strategie comunitarie in direzione della tutela della sanità. L'Eurodeputata forzista nota: "riteniamo ancor più urgente che sia posto un tetto al prezzo del gas, che siano ridotte speculazioni e ingiustificati arricchimenti, colpendo gli extraprofitti dei fornitori", in maniera chiara e ben definita e "favorendo un approvvigionamento più economico di questa materia prima" come avviato dal governo Draghi nella diversificazione delle forniture da Mosca. Ma soprattutto - conclude - "l'Europa deve assolutamente dar vita a un nuovo Recovery fund, a tutela delle aziende, delle famiglie ma anche del fragile e vulnerabile mondo della salute dei malati, che inevitabilmente sono i più esposti e a rischio".
E se nel breve tempo occorrerà assolutamente ridurre i consumi, combattere l'inflazione e diversificare l'approvvigionamento energetico in Europa, nessuna delle politiche emergenziali può e deve trovarsi a confliggere con la sanità, settore messo alle corde dalla pandemia e strategico per l'Italia e il Vecchio Continente intero che non può permettersi nuovi sacrifici.
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