È il reddito di delinquenza. In fila Spada e Casamonica

Anche i membri delle due famiglie che dominano la malavita di Roma hanno chiesto i 780 euro statali

È il reddito di delinquenza. In fila Spada e Casamonica

Reddito di cittadinanza agli Spada. Non solo. I Caf di Roma sono sommersi dalle richieste del modello Isee. Fra gli assistiti capifamiglia dei Casamonica, dei Di Silvio, degli Spada. Si, quelli che da anni gestiscono usura, estorsioni e persino il racket delle case popolari a Ostia Nuova, famosi per la testata di Roberto Spada contro il cronista della trasmissione Rai, Nemo. Tutti nomi eccellenti che, una volta ottenuta e certificata la propria situazione economica (entrate, uscite, giacenze medie e proprietà), potranno accedere al bonus mensile voluto dal governo di Lega e Cinque stelle per i poveri d'Italia, gli «invisibili». Peccato che i Casamonica, gli Spada, i Di Silvio poveri non sono anche se al fisco risultano nullatenenti e per l'Inps disoccupati. Quando i carabinieri, per dirne una, si presentano davanti al villino bunker a Porta Furba di Giuseppe Casamonica, figlio del capostipite Guerrino, trovano 15 fuoriserie tra cui una Ferrari. Oltre tre i milioni di euro sequestrati, insieme a ville, discoteche e terreni. Il proprietario, titolare di una ditta di antifurto, l'anno prima aveva fatturato appena seimila euro. Giuseppe Casamonica, con i fratelli Massimiliano, Pasquale, Domenico e Giovannina, per non farsi mancare nulla, riforniva anche di cocaina i locali della movida romana. Secondo quanto racconta Mirko Polisano del Messaggero ben tre famiglie Spada avrebbero presentato i documenti necessari per ottenere l'Isee 2018. Fra questi ci sarebbe la moglie di Ottavio Spada, detto «Maciste» o «Romolo», da un anno in carcere con i figli Roberto «Zibba» ed Enrico «Macistino», condannati in primo grado per associazione a delinquere di stampo mafioso. Notizia che spinge il vicepremier Luigi Di Maio a mettere le mani avanti: «Non so se sia vero che hanno fatto richiesta, ma posso garantire che chi fa parte del clan Spada non prenderà un solo euro». «In quel gruppo familiare c'è anche chi si è integrato nella società - spiega il legale degli Spada, Giosuè Naso -, chi porta un cognome non può essere criminalizzato, non è una condanna». Il problema, spiegano a un Caf del Casilino, è che anche un pregiudicato, se ha i requisiti richiesti, potrà accedere al reddito di cittadinanza. Al Caf di viale Paolo Orlando, a Ostia, dove sono stati richiesti i modelli Isee degli Spada, non rilasciano dichiarazioni. «Non si può parlare, ogni assistito ha diritto alla riservatezza. I nostri dati sono sensibili e protetti dal segreto professionale. Non si possono rivelare i nomi dei richiedenti», spiegano al numero verde del patronato Fnp-Cisl di Roma.

D'altra parte, lo scorso gennaio all'ufficio delle politiche abitative del Campidoglio sono arrivate le domande di una casa popolare da parte di 27 famiglie rom di cui 7 targate Casamonica. Tutte, a vario titolo, componenti del clan residente al Quadraro e sfrattate a novembre. Senza più una casa, con figli a carico e redditi bassi se non inesistenti. Almeno all'apparenza. Ogni domanda presentata ha un solo obiettivo: ottenere la casa comunale. Il sogno di molti: canoni bassi e «una volta dentro non ti butta fuori nessuno». E al Comune di Roma altro non hanno potuto fare che inserire i Casamonica nelle graduatorie per l'assegnazione. Del resto il piano è stato concepito dalla sindaca Raggi per dare una sistemazione dignitosa a quanti vivono in condizioni ai limiti.

Anche a Milano, però, tra chi richiede il reddito di cittadinanza c'è un po' di tutto: anziani impoveriti, i ricattatori di Lapo Elkann e chi sfonda le porte delle case popolari per affittarle in nero. Dalla zona nord a quella sud il pubblico degli interessati conta pochi veramente in cerca del sistema per rientrare nel mondo del lavoro. Su 150 richieste raccolte in un Centro di assistenza di una zona semi centrale sono appena due quelli che, secondo gli impiegati, vogliono davvero sfruttare la misura del governo giallo-verde.

E si parla soprattutto di quelli che hanno depositato i documenti: sono infatti migliaia quelli che per ora hanno solo chiesto informazioni. Tanti sono stati rimandati a casa perché non avevano documenti di base come l'Isee, ma il flusso sembra comunque continuo. Caf e altri enti hanno già prenotazioni per le prossime settimane.

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