Ormai prossimo allo scontro diretto con il premier Giuseppe Conte in Aula, Matteo Renzi non sembra al momento voler cedere di un millimetro e chiede ai suoi parlamentari di mostrarsi compatti e di fare fronte comune. Ormai quello che un tempo era il presidente del Consiglio, un ruolo che sembra mancargli parecchio, si è spinto troppo oltre per poter tornare indietro, ma a detta sua la battaglia non si è ancora conclusa. Non è affatto sicuro che il Giuseppi nazionale riesca per l'ennesima volta a tenersi inchiodato alla poltrona. Certo, ci sono i cosiddetti "responsabili", ma chi dice che alla fine il loro intervento sarà risolutivo? Intervistato da La Stampa, Renzi precisa: "Non mi pare che abbia i numeri. Ma se li avrà, auguri. È la democrazia. E la democrazia è sacra. Resta un fatto, però: se non prende 161 voti, tocca a un governo senza Conte".
A venire in soccorso del premier potrebbe essere anche qualche rappresentante di Italia viva deciso ad abbandonare la barca renziana prima che questa affondi definitivamente, ma l'ex sindaco di Firenze non sembra essere troppo preoccupato per una simile circostanza. "Non sarei così sicuro", afferma infatti."Forse qualcuno lascerà, ma se fossi nel governo, almeno per scaramanzia, aspetterei martedì per vedere come va a finire. E resta il fatto che io ho posto una serie di questioni di merito su vaccini, sanità e investimenti, mentre loro rispondono con una manciata di responsabili. Magari avranno la vittoria numerica, ma io ho scelto una strada politica, Conte ha scelto l'azzardo. Governare mettendo assieme Mastella e la De Petris di Leu non sarà facile", sentenzia.
Quanto al voto, Renzi ha deciso di astenersi. Pur comprendendo quanto sia grave aprire una crisi di governo in questo particolare periodo di dichiarata emergenza sanitaria, l'ex segretario del Pd spiega che purtroppo la sua decisione è stata inevitabile, dal momento che da ben 6 mesi stava cercando di discutere in Parlamento di temi da lui ritenuti importanti. "Vogliono continuare a rinviare? Ok, ma lo facciano senza che noi diventiamo complici del più grande spreco di risorse della storia repubblicana", attacca. Quanto alla furiosa reazione dell'attuale capo politico del Pd Nicola Zingaretti, che lo ha definito inaffidabile, Renzi fa spallucce. "Ho utilizzato verso Conte parole molto più gentili di quelle che usava Zingaretti su di lui nei nostri colloqui privati. Evidentemente ha cambiato idea. Capita a tutti", commenta."Quando Zingaretti parla non rispondo mai alla prima dichiarazione. Se avessi ascoltato Nicola alla prima dichiarazione - nell'agosto del 2019 - oggi avremmo un Governo Salvini-Meloni".
Nessun disprezzo nei confronti del premier Giuseppe Conte, si tratta solo di una questione di realismo, spiega il leader di Italia viva: "Abbiamo fatto delle richieste, dai soldi sulla sanità fino alla riapertura delle scuole: ci possono ascoltare o tutto deve essere ridotto a rapporto personale e alla categoria simpatia/antipatia? Gli ho dato una mano, gli ho evitato di fare un errore clamoroso sul Recovery e lui mi ha attaccato".
Il desiderio di Renzi può forse essere quello di portare al governo Mario Draghi? L'ex presidente del Consiglio non è chiarissimo sull'argomento, anche se afferma senza alcuna esitazione di aver parlato con lui, quando era ancora l'inquilino di Palazzo Chigi, e di aver trovato preziosi i suoi consigli. In ogni caso, il leader di Italia viva non esclude un suo ritorno nella maggioranza, ma solo nel caso in cui "ci fosse il Mes, si sbloccassero i cantieri, si aumentassero i soldi per sanità e scuola, e si accelerasse sull'alta velocità".
Insomma, come spiega lo stesso Renzi a Il Corriere, al momento è in corso una vera e propria "guerra di nervi". "La macchina mediatica di Casalino e amici si è messa in moto, ma anche al Quirinale nutrono dubbi su questi numeri", afferma, riferendosi ai responsabili."Dobbiamo essere compatti come una falange macedone". E proprio per questa ragione Metteo Renzi ha già provveduto a contattare tutti i suoi parlamentari, dal momento che lui, in queste ultime ore, sta"rischiando l'osso del collo".
"Abbiamo due o tre incerti, dopodiché aspettiamo le loro prossime mosse", dichiara il leader di Italia viva che ostenta sicurezza: "Io sono tranquillo, molto tranquillo come sempre in questi casi. Cosa possono farmi di più? Indagare i genitori? Già fatto. Indagano me? Già fatto. Mi rovinano mediaticamente? Già fatto. Perciò se vogliono andare avanti così si accomodino".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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