Matteo Renzi pronto a far sparire il reddito di cittadinanza tanto caro ai grillini. Questa è infatti l'intenzione dell'ex presidente del Consiglio, che nel corso del convegno dei giovani di Confindustria ha infatti annunciato il suo proposito di avviare una raccolta firme per arrivare ad un referendum abrogativo. Quando? Subito dopo l'elezione del nuovo presidente della Repubblica.
È guerra, dunque, alla misura che è stata ed è tuttora il più importante cavallo di battaglia del Movimento CinqueStelle. Tanti i cittadini ad usufruire di questa misura assistenziale. Secondo un report fornito dall'Istat, nel mese di maggio 2021 sono state ben 1,18 milioni le famiglie beneficiarie del reddito grillino, con la regione Campania in testa per maggior numero di percettori, seguita da Sicilia, Lazio, Puglia e Lombardia.
I furbetti del reddito
Pensata come misura assistenzale in grado di combattere la povertà e le disuguaglianze ed allo stesso tempo accompagnare il richiedente nel percorso di reinserimento lavorativo, il reddito di cittadinanza ha mostrato sin da subito le prime lacune, a partire dalla figura dei navigator. I problemi veri e propri sono però insorti con l'arrivo delle prime notizie circa i cosiddetti furbetti del reddito, soggetti riusciti in qualche modo ad ottenere l'assegno senza averne alcun diritto. Tanti i casi registrati sino ad oggi. Fra i precettori del reddito, anche mafiosi e spacciatori.
Qualcosa nel sistema non funziona, è evidente. Proprio oggi il deputato di Fratelli d'Italia Wanda Ferro ha presentato un'interrogazione ai ministri del Lavoro e dell'Economia per chiedere come stiano procedendo le operazioni di controllo per scovare i casi di indebita percezione. Recentemente, infatti, le indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Catanzaro hanno portato all'individuazione ed alla denuncia di ben 469 stranieri che, dichiarando il falso, erano riusciti ad ottenere il reddito, intascando del denaro che ovviamente non sarà mai più recuperato. Un immane spreco di risorse. "L'ennesima prova che il reddito di cittadinanza, oltre ad essersi rivelato un clamoroso insuccesso per la percentuale irrisoria di beneficiari che ha trovato un nuovo lavoro, si è dimostrato anche un regalo per criminali, mafiosi, spacciatori, terroristi, delinquenti abituali e truffatori", è stata la dura condanna di Ferro.
Secondo la relazione redatta dalle Fiamme gialle lo scorso mese, nel corso del 2020 sono stati percepiti indebitamente oltre 50 milioni di euro da titolari del reddito di cittadinanza. Numeri spaventosi.
La soluzione di Renzi
Invece di rivedere la misura o di pensare a dei controlli più mirati, il leader di Italia Viva ha pensato alla sua completa abolizione. "Nel 2022, dopo l'elezione del presidente della Repubblica, partiremo con una raccolta firme un referendum abrogativo del reddito di cittadinanza", ha infatti dichiarato Matteo Renzi, come riportato da Agi. "Vogliamo che siano gli italiani a dire se il Reddito di cittadinanza è diseducativo e va mantenuto o no. Chi di referendum perisce, di referendum ferisce. Io non voglio che in Italia continui a esserci uno strumento con cui si educano i giovani a vivere di sussidi e non di sudore", ha aggiunto.
"Il governo Conte-Di maio-Salvini ha prodotto il reddito di cittadinanza", ha sottolineato l'ex sindaco di Firenze. "Una cosa ridicola. Una cosa è dare una mano a chi vive in povertà. Ma loro hanno fatto un'operazione che è dire 'diamo il reddito di cittadinanza come modello culturale'. Noi partiremo con la raccolta di firme per un referendum abrogativo sul reddito di cittadinanza. La battaglia del referendum sul reddito di cittadinanza la faremo nel 2022, lasciando in pace il governo. Infatti non presenteremo una preposta in consiglio dei ministri", ha concluso.
È guerra aperta ai CinqueStelle, dunque. In queste ultime ore stanno già arrivando le prime repliche grilline. "Renzi ci riprova coi referendum. Evidentemente non ha ancora imparato la sonora lezione che gli è stata data qualche anno fa", ha dichiarato la pentastellata Maria Pallini, come riportato da AdnKronos.
"È un recidivo che non si arrende all'evidenza dei fatti e che non riesce ad essere in sintonia con le esigenze concrete del Paese. Piuttosto noi siamo ancora in attesa che dia corso alla sua promessa pubblica di abbandonare la politica".
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.