Renziani contro la minoranza Pd: "Come osate parlare di clientelismo?"

Ira dei renziani contro la minoranza dem guidata da Gianni Cuperlo che oggi ha organizzato un'assemblea di Sinistra dem in cui Matteo Renzi è stato accusato di nepotismo e clientelismo

Renziani contro la minoranza Pd: "Come osate parlare di clientelismo?"

Ira dei renziani contro la minoranza dem guidata da Gianni Cuperlo. Non sono proprio andate giù le parole usate oggi nel corso dell'assemblea di Sinistra dem, cui ha partecipato il segretario reggente Maurizio Martina, il ministro Carlo Calenda, il capogruppo uscente dei senatori Luigi Zanda, e il Guardasigilli Andrea Orlando.

"La violenza delle parole e dei toni contro Matteo Renzi all'iniziativa organizzata da Gianni Cuperlo sorprendono e lasciano esterrefatti: davvero si può sentir parlare, nella sede del nostro partito, di clientelismo e nepotismo contro chi ha guidato il Pd negli ultimi 4 anni?", scrive su Facebook il deputato renziano Michele Anzaldi. "Possibile che in una sala piena di dirigenti Pd che, a vario titolo e in forme diverse, negli ultimi anni hanno avuto incarichi di responsabilità, si possa sentire una autoconsolatoria analisi secondo cui sia tutta colpa del presunto 'renzismo'?", si chiede ancora l'esponente dem. "L'analisi del voto sarebbe la semplice ricerca del capro espiatorio? E tutti questi dirigenti cosa facevano in questi anni? Non erano al fianco di Renzi al partito, al governo e in Parlamento?", aggiunge."Dopo aver sentito in campagna elettorale tutti gli altri partiti dare la colpa al Pd per qualsiasi male dell'Italia, ora abbiamo alcuni dirigenti del Pd che ci spiegano che tutti i mali della sinistra sono colpa di Renzi -scrive ancora Anzaldi-. E questo sarebbe il modo per ripartire? E' questa l'immagine che vogliamo dare del Pd agli italiani attraverso televisioni, giornali e social network?". Secondo il renziano "mentre gli altri partiti lanciano nuove mirabolanti e irrealizzabili promesse, come l'eliminazione miliardaria delle accise sulla benzina, oppure straparlano sul Def, il contributo del Pd al dibattito pubblico è ancora una volta polemiche, scontri, rese dei conti per attaccare ancora Renzi".

Per il deputato dem Franco Vazio "le parole di Orlando sono gravi, sbagliate e denotano scarsa memoria del recente passato". "Se Orlando - spiega - si riferisce al fatto che i vecchi rappresentanti della 'ditta' non hanno più potuto disegnare a loro piacimento liste, incarichi di governo e di sottogoverno, a prescindere da merito e competenze, allora ha ragione. Forse pensa al 2013 quando Bersani&Co. formarono le liste dove lui era un primo attore. In quel caso nessuno sapeva se sarebbe stato candidato benché avesse vinto le primarie e doveva accettare in ogni caso davanti a se 4 ignoti paracadutati, scelti dai capi". "Come mai allora Orlando non ebbe nulla da dire a proposito del nepotismo e del clientelismo? " si chiede ancora Vazio sostenendo che il ministro sbaglia "perché in questi 5 anni il Pd ha valorizzato un gruppo dirigente e giovani di grandissimo valore". "Le parole di Orlando sono gravi perché arrivano solo dopo essersi messo in sicurezza e aver concordato per i suoi posizioni soddisfacenti.

Il tempismo delle sue critiche è singolare, sembra quello di chi, dopo aver ottenuto quello che voleva, tenta anche di scaricare le proprie scelte su altri", conclude avvertendo che "il Pd ora è ben altro che la vecchia ditta: avrà vita dura se vuole resuscitare i metodi di epoche ormai passate".

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