Il giallo del rapporto Oms che inchioda l'Italia sulla gestione della pandemia, sparito grazie a una manina e poi ritrovato, si arricchisce di un nuovo capitolo. L'autore del report, Francesco Zambon, già sentito dai pm di Bergamo che indagano per omicidio colposo ed epidemia colposa, ha detto al The Guardian che a tentare di «correggere» il report per postdatarlo e farlo sembrare aggiornato, e infine a minacciarlo, sarebbe stato il vicepresidente europeo Oms, Ranieri Guerra, già chiamato in causa nei giorni scorsi dalla trasmissione Report con una serie di email che lo inchioderebbero.
Per fare chiarezza i pm bergamaschi, che vogliono capire di chi è la responsabilità dietro la mancata istituzione della zona rossa di Alzano, vorrebbero interrogare di nuovo Zambon, lo stesso Guerra e gli altri autori del rapporto, ma l'Oms ha imposto l'immunità diplomatica e la palla è passata al ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che ancora non ha deciso nulla. Ancora ieri Zambon, chiamato dai pm, non si è presentato perché non autorizzato dall'Oms. «Vorrei andare perché ho delle cose da dire ma l'Oms me lo impedisce», ha detto il ricercatore al Guardian. Decisiva per l'inchiesta sarà anche la consulenza che sta redigendo da alcuni mesi il virologo Andrea Crisanti.
In
una delle mail Guerra avrebbe scritto: «Per Speranza l'Oms è una foglia di fico per certe decisioni impopolari e criticate». Ecco (anche) perché quel report andava fatto sparire. Tocca ai pm bergamaschi capire chi è stato.
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