Respinta la terrorista amica di Giggino

L'estremista palestinese Khaled fermata a Fiumicino. Era attesa a Napoli da de Magistris

Respinta la terrorista amica di Giggino

Roma - È stata respinta a Fiumicino la militante palestinese Leila Khaled, personaggio controverso per il suo passato da attivista con due dirottamenti alle spalle, uno nel 1969 e l'altro l'anno successivo.

Considerata una terrorista dai movimenti pro Israele e un'eroina da quelli antisionisti, Khaled era attesa a Napoli, dove avrebbe dovuto parlare all'asilo Filangieri a un convegno sull'occupazione militare della Palestina e sul diritto alla resistenza, raccontando anche la sua esperienza personale. Un dibattito organizzato dagli attivisti del Comitato per la Palestina al quale era stato invitato anche il sindaco Luigi de Magistris, che in passato ha concesso la cittadinanza onoraria a un altro militante del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp), Bilal Kayed, un estremista che ha trascorso 14 anni nelle carceri israeliane. La notizia dell'imminente arrivo in Italia della Khaled nei giorni scorsi aveva già sollevato polemiche e spinto anche la deputata Mara Carfagna, portavoce di Forza Italia, a presentare un'interrogazione parlamentare. Ieri Leila Khaled è atterrata all'aeroporto Leonardo Da Vinci proveniente da Amman, dove risiede, appunto per prendere parte a una serie di incontri. Ma dai controlli è risultato che l'ex militante non aveva un visto di Schengen in corso di validità ed è stata respinta alla frontiera e subito imbarcata su un aereo diretto in Giordania. È stato lo stesso Fplp, organizzazione considerata eversiva dall'Unione europea, a dare notizia che all'ex terrorista palestinese è stato negato l'ingresso in Italia, parlando di «rabbiosa campagna» e di «decisione politica».

Plaude alla decisione delle autorità italiane, invece, Mara Carfagna. «Impensabile - commenta l'ex ministro azzurro - che una terrorista che ha dirottato due aerei e non ha mai rinnegato quanto ha fatto possa venire a darci lezioni».

La Carfagna si era già occupata della militante palestinese prima di ieri.

Nei giorni scorsi, infatti, aveva rivolto un'interrogazione al ministro Marco Minniti in cui chiedeva se il Viminale fosse a conoscenza del «tour italiano» della Khaled e se non ritenesse di dover intervenire «per evitare che un esponente di una formazione terroristica parlasse in una struttura pubblica».

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