La riabilitazione della Lombardia. Fontana: il tempo è galantuomo

E anche il sindaco di Bergamo Gori ammette suoi errori

La riabilitazione della Lombardia. Fontana: il tempo è galantuomo

Milano. «Le bugie hanno le gambe corte». In Regione ne sono convinti: la narrazione anti-lombarda non andrà lontano. «Il tempo è galantuomo» dice il governatore Attilio Fontana, verificando che «dopo le offese, gli insulti e le minacce la verità sul buon operato della Regione Lombardia sta emergendo dalle inchieste e dai dati ufficiali». Evidente il riferimento è agli accertamenti e alle ricostruzioni sulla mancata istituzione della Zona rossa nella Val Seriana. Ieri anche il sindaco Giorgio Gori ha ammesso i suoi errori in quella fase: «Sicuramente ho sbagliato» ha detto. Però c'è dell'altro. A uno a uno stanno cedendo i pilastri su cui si basa la narrazione dell'epidemia come «disastro lombardo». Non solo vacilla la tesi della «colpa» regionale sul focolaio bergamasco, ma è stato anche smentito che esista un peculiare caso lombardo nel doloroso capitolo delle Rsa. Inoltre si prospetta l'inserimento dell'ospedale in Fiera nel piano per il rafforzamento delle terapie intensive, che a giorni passerà al governo. E ora è più chiara anche la ripartizione dei compiti fra Stato e Regioni in base alla Costituzione. «Il complesso delle norme vigenti - rivendicava il 4 marzo il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia - ci consente di dire con chiarezza che in caso di emergenza nazionale decide lo Stato, anzi se permettete comanda lo Stato». Dopo aver ribadito questa posizione nel corso dei mesi, è difficile ora scaricare sulle Regioni le responsabilità sulla gestione dell'epidemia, in particolare sulle famose mascherine. Certo, in Lombardia il Covid ha colpito durissimo, per la particolare densità e mobilità della popolazione, in un territorio molto infrastrutturato e urbanizzato. Si sta inoltre facendo largo, fra alcuni esperti, l'ipotesi che l'Italia abbia affrontato tre diverse epidemie. «Tre diverse manifestazioni dell'epidemia» ha spiegato al Corriere il professor Giuseppe Remuzzi, direttore dell'Istituto Mario Negri. E di «tre epidemie diverse con incidenza e mortalità totalmente differente» parla anche il professore Donato Greco, epidemiologo consulente dell'Oms. Insomma lo «tsunami», in Lombardia e nel Piacentino, si è abbattuto non solo prima, ma anche con più «aggressività».

C'è chi persiste nell'assedio alla Regione, con motivazioni tutte ideologiche. A Bergamo, ieri, fra le bandiere rosse hanno manifestato i centri sociali, prendendosela con «un modello di sviluppo basato sul profitto e le privatizzazioni». E la sinistra ufficiale, promuovendo una manifestazione simile anche a Milano, pare volersi collegare a questa impostazione.

Il (tentato) linciaggio mediatico degli amministratori regionali, tuttavia, è sempre più asfittico. «Restano pochi incivili da tastiera a promuovere tesi complottiste false e prive di ogni ragionevole fondamento - dice Fontana - mentre la verità sta emergendo con tutta la sua forza».

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