No Tap. No trivelle. No gas. No nucleare. Enrico Letta sogna un'Italia tutta asini e mulini. E i suoi alleati Fratoianni e Bonelli vogliono bloccare a terra i jet privati. Nel periodo della più grande crisi energetica della storia il segretario del Pd estrae dal cilindro la sua ricetta: le fonti rinnovabili. Silenzio. E nel frattempo le aziende? Si fermerebbero senza gas. Il leader del Pd vuole un blackout energetico. Al posto della luce? Le candele. La campagna elettorale del Pd si rivela un clamoroso autogol. «Uno dei manifesti che abbiamo messo è proprio questo: la destra è per il nero fossile, noi per la salvaguardia dell'ambiente. Non è un concetto astratto, gli alleati di Salvini e Meloni negano il cambiamento climatico» dice tutto fiero Letta. Proposta impraticabile. Anzi folle. L'Italia ha bisogno di gas. Non a caso nei mesi scorsi è sceso in campo addirittura il capo dello Stato Sergio Mattarella con il suo viaggio in Mozambico per trovare approvvigionamenti alternativi al gas russo. Forse sarebbe bastata una telefonata al segretario Pd per trovare la via d'uscita alla dipendenza energetica da Mosca. Quale soluzione? Le rinnovabili.
La follia del piano green del Pd scatena Carlo Calenda che attacca: «Enrico Letta ma come fai, nel momento di massimo bisogno di gas, anche per essere indipendenti da Putin, a fare un manifesto come questo. La politica energetica non si può ridurre a questi slogan privi di senso. Sei contro il gas? E come andiamo, a pedali?». E contro Letta si scaglia anche Luciano Nobili di Italia viva: «Quindi no al gas. Quindi no al rigassificatore di Piombino. E alle nostre imprese che non sanno come affrontare l'autunno diciamo: aspettate l'eolico (mentre qualche esponente Pd manifesterà contro le pale, nel frattempo). Tutto chiaro, grazie».
Rincara la dose il ministro del Sud Mara Carfagna: «L'alternativa secca tra combustibili fossili e fonti rinnovabili, come la pone il Pd, stupisce per la sua superficialità: un'Italia senza combustibili fossili si fermerebbe da domani. Invece di aprire inutili referendum ideologici su un'emergenza che minaccia famiglie e imprese, attiviamo il rigassificatore di Piombino e ogni altra misura utile al Paese».
Intanto gli alleati di Letta di Sinistra italiana ed Europa Verde lanciano la loro campagna contro l'uso dei jet privati. Altro tassello dell'Italia sognata dalla sinistra tutta asini e mulini. La seconda genialata. Contro le ricette di Letta e Fratoianni si schiera la senatrice di Forza Italia Alessandra Gallone, responsabile dipartimento Ambiente: «Intervenire subito con un decreto per contrastare il caro energia, insistere in Europa per raggiungere un accordo sul prezzo del gas, ma al tempo stesso agire adesso e su più fronti per emanciparci dalla dipendenza di approvvigionamenti energetici stranieri. Berlusconi ha ragione. Il governo è ancora in carica e può intervenire con un decreto per mettere al riparo imprese e famiglie dai nuovi insostenibili aumenti del prezzo del gas. Non c'è tempo da perdere, bisogna pensare ad azioni immediate. Basta comitati del no.
Ripartiamo con i rigassificatori, con le trivellazioni, con le rinnovabili e la ricerca sul nucleare pulito».Ma ormai il Pd ha scelto la strada dell'ambientalismo del no e vuole attendere l'eolico. Bonelli e Fratoianni dettano l'agenda. Nel frattempo aziende e famiglie rischio il blackout.
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