Montecarlo, Fini smascherato: "Decise lui la vendita della casa"

L'appartamento fu ceduto da Alleanza nazionale a società offshore riconducibili a Giancarlo e Elisabetta Tulliani. E Fini ne era pienamente consapevole

Montecarlo, Fini smascherato: "Decise lui la vendita della casa"

La Guardia di Finanza inchioda Gianfranco Fini una volta per tutte. E smaschera tutte le ricostruzioni fatte dall'allora leader di An sulla vendita della casa di Montecarlo. L'intera operazione immobiliare sull'appartamento monegasco, ceduto da Alleanza nazionale alle società offshore Printemps e Timara, riconducibili a Giancarlo e Elisabetta Tulliani, è stata realizzata "alle condizioni concordate con Francesco Corallo ed i Tulliani". E fu decisa proprio da Fini "nella piena consapevolezza di tali condizioni".

Questa mattina gli investigatori della Guardia di finanza hanno sequestrato a titolo preventivo due polizze vita per un milione di euro complssivamente, intestate all'ex presidente della Camera, accusato di essere il tramite - o, meglio, "l'artefice dei rapporti" - tra Francesco Corallo e i membri della famiglia Tulliani. Si tratta, dicono le Fiamme Gialle, di "rapporti in forza dei quali costoro hanno ricevuto dal primo cospicue somme di denaro, in assenza di qualsiasi causale logica, ovvero in presenza di causali non collegabili a reali prestazioni effettuate". Il provvedimento cautelare segue un altro sequestro preventivo del valore di 7 milioni di euro, già eseguito a febbraio nei confronti di Giancarlo, Sergio ed Elisabetta Tulliani, in relazione a diversi reati, tra cui episodi di riciclaggio e autoriciclaggio commessi secondo l'accusa in concorso con Fini. "Si tratta - ricordano le Fiamme gialle - di reati emersi nell'ambito di una più ampia attività d'indagine che ha già portato all'esecuzione, in data 13 dicembre 2016, di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Francesco Corallo, Rudolf Theodoor Anna Baetsen, Alessandro La Monica, Arturo Vespignani e Amedeo Laboccetta, in quanto facenti parte di un'associazione a delinquere aggravata, a carattere transnazionale, dedita ai reati di peculato, riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, promossa e diretta da Francesco Corallo".

L'analisi dei flussi finanziari oggetto di riciclaggio ha permesso di ricostruire "un circuito economico fraudolento posto in essere dai sodali i quali si adoperavano, attraverso la costituzione di numerose società offshore, a trasferire, dall'Italia verso numerosi Paesi europei ed extraeuropei, somme di denaro oggetto di peculato, e sottratte alla pretesa impositiva erariale". I proventi conseguiti dall'associazione capeggiata da Corallo sarebbero stati utilizzati per attività economiche, finanziarie, ed acquisizioni immobiliari, tra cui la compravendita dell'immobile di Montecarlo. Le Fiamme gialle hanno anche accertato come i membri della famiglia Tulliani dal 2008 abbiano ricevuto, per il tramite di società offshore riconducibili a Francesco Corallo, oltre 7 milioni di euro, trasferiti su conti personali e su conti di società a loro direttamente o indirettamente riconducibili: "I Tulliani - spiegano gli investigatori - consapevoli della provenienza delittuosa del denaro si sono adoperati per reinvestire e reimpiegare le stesse somme in beni immobili siti nel comprensorio di Roma e provincia".

Tali evidenze avevano consentito al gip di emettere, già a febbraio 2017, un decreto di sequestro per equivalente relativo a beni immobili, mobili e conti correnti, della famiglia Tulliani, per un valore di oltre 7 milioni.

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