"È indubbio che i membri della famiglia Tulliani, dal 2008, abbiano ricevuto cospicui trasferimenti in denaro da Francesco Corallo, per il tramite delle sue società off shore, con il contributo operativo di Rudolf Baesten (suo stretto collaboratore, ndr), in assenza di qualsiasi causale logica sottesa a tali trasferimenti, ovvero in presenza di causali non collegabili a reali prestazioni effettuate". Lo scrive il pm Barbara Sargenti nella richiesta al gip Simonetta D’Alessandro di sequestro preventivo dei beni della famiglia Tulliani per 5 milioni di euro, vicenda che è costata oggi un avviso di garanzia a Gianfranco Fini per il reato di concorso in riciclaggio.
Per il pm "è altresi accertato che i Tulliani abbiano ricevuto questi ingenti trasferimenti su conti personali e su conti di società off shore a loro riconducibili per un lasso di tempo apprezzabile, avendo instaurato rapporti di conoscenza e di frequentazione con Corallo, per il tramite dell’onorevole Gianfranco Fini, Vice Presidente del Consiglo dei Ministri (tra il 2001 e il 2006), e Presidente della Camera dei Deputati (tra il 2008 e il 2013)".
Secondo la Procura "i Tulliani erano consapevoli che le somme di denaro ricevute non trovavano alcuna giustificazione economica e/o finanziaria specifica e lecita, e provenivano dall’attività dell’associazione a delinquere capeggiata da Corallo: conoscevano l’attività della concessionaria Atlantis/Bplus, il cui rappresentante legale era Amedeo Laboccetta, persona che conoscevano e frequentavano, attesi i rapporti politici tra quest’ultimo e Fini".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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