Nonostante la seconda ondata del Covid-19 fosse cosa ampiamente prevedibile, il governo sembra essersi fatto trovare impreparato. Dopo i mesi di lockdown vissuti la scorsa primavera, l’Italia si ritrova quasi punto a capo: la pandemia di Sars-CoV-2 non è passata, anzi. L’esecutivo giallorosso ha operato così una nuova stretta, optando per mini-serrate e coprifuochi locali. Come noto, l’ultimo Dpcm del presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha chiuso palestre, piscine, cinema e teatri e costretto bar e ristoranti a tirare giù le saracinesche alle ore 18:00. Un nuovo giro di vite che ha fatto esplodere la rabbia di migliaia di ristoratori ed esercenti, messi in ginocchio all’emergenza sanitaria e da come questa sia affrontata dalle istituzioni.
Per il Paese sono giorni difficili, drammatici. La curva dei contagi continua a crescere e ogni giorno si contano decine di morti e migliaia di nuovi positivi al coronavirus. "La seconda ondata è il frutto, prevedibile e previsto, delle omissioni dei mesi scorsi sui versanti cruciali", scrive quest’oggi Luca Ricolfi sulle colonne del Messaggero. Quello del sociologo è un duro attacco al premier Conte e all’esecutivo di Movimento 5 Stelle e Partito Democratico. Ricolfi, nella sua analisi, fa l’elenco di tutti i provvedimenti che Roma avrebbe dovuto prendere e che, invece, non ha preso: "Aumento dei tamponi e dei drive-in, creazione di una task force per il tracciamento dei contatti, controllo degli assembramenti, assunzioni di personale sanitario, rafforzamento delle terapie intensive, aumento della flotta dei mezzi di trasporto, organizzazione della sorveglianza sanitaria nelle scuole, riduzione del numero di alunni per classe, scaglionamento degli orari di ingresso nelle scuole. Anziché fare queste cose, ci hanno raccontato che tutto il mondo ammirava il modello italiano di contrasto dell'epidemia".
Secondo il sociologo il nuovo giro di vite operato del governo è sbagliato, perché tardivo e insufficiente; dunque accusa il governo di non aver fatto abbastanza in quello che etichetta come lo "sciagurato trimestre estivo". Ecco allora perché – scrive – "la seconda ondata ha avuto la strada spianata".
"Sono pronti, gli italiani, a una nuova stagione di sacrifici? Io penso di no, in parte per cattive ragioni, in parte per ottime ragioni", sostiene ancora Ricolfi. Da un lato la maggioranza della popolazione italiana ritiene di aver già operato "sufficienti rinunce nel lockdown di marzo-aprile, e che non sia proprio il caso di farne altre […] Una società che ha perso la capacità di affrontare sacrifici per il bene comune è semplicemente una società in decadenza". Dall’altro ci sono le colpe dei nostri governanti. In primis quelle di Conte: "Non ci ha chiesto scusa. Si è presentato come di consueto in televisioni, per dirci che la situazione era grave, e che dovevamo di nuovo fare sacrifici. Eh no, caro premier, noi avremmo voluto sentire un altro discorso, un discorso di verità e di umiltà".
Un discorso di questo tipo, come chiosa infine Ricolfi: "Cari italiani, è vero, in questi mesi, nonostante i pieni poteri che ci siamo presi proclamando lo stato di emergenza, non abbiamo fatto una serie di cose […] Abbiamo latitato perché siamo litigiosi, disorganizzati e tendiamo a rimandare le decisioni difficili".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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