È il canto del cigno dell'estate nera dell'imprenditoria italiana, che mai come prima ha mietuto così tante vittime tra alcuni dei più importanti industriali del nostro Paese. L'ultimo in ordine di tempo Andrea Riello, 60 anni, morto improvvisamente ieri mattina mentre si trovava nella sede della sua «Riello Sistemi» a Minerbe, in provincia di Verona. Un infarto fulminante. Questa la causa del decesso di Riello, proprio mentre si trovava in ufficio. I dipendenti hanno subito lanciato l'allarme, ma quando l'ambulanza del 118 e l'elisoccorso di Verona sono arrivati in azienda ormai non c'era nulla da fare. Figura di spicco dell'imprenditoria italiana, ex presidente di Confindustria Veneto dal 2005 al 2009, Andrea Riello aveva costruito una carriera costellata di incarichi e cariche di prestigio: dal 2002 occupava un seggio nel Consiglio direttivo nazionale di Confindustria, dal 2002 al 2004 era stato presidente di Federmacchine (la federazione nazionale di Confindustria che riunisce le undici associazioni di categoria dei costruttori di macchinari), dal 2006 al 2010 consigliere di amministrazione di Save spa, concessionaria della gestione dell'aeroporto di Venezia, oltre ad essere stato componente del cda di varie banche italiane, tra le quali Credito Bergamasco-Gruppo Banco Popolare, Cassa di Risparmio del Veneto-Gruppo Banca Intesa e Unicredit. Infine, era stato presidente della Fondazione Campiello, ente che sottende al premio letterario. Ma soprattutto era presidente e amministratore delegato della «Riello Sistemi», una delle aziende di famiglia specializzata nel settore delle macchine utensili, che sotto la sua guida è arrivata ad avere un fatturato da 21 milioni di euro con 112 dipendenti e stabilimenti in Italia e all'estero. La «family company» affonda le radici agli inizi del Novecento, quando nel 1922 il nonno di Andrea, Giuseppe, fondò con i fratelli Pilade e Raffaello la Officine Fratelli Riello, storica azienda veronese di bruciatori e caldaie dal 2017 parte del gruppo americano United Technologies Corp. Il padre Pilade aveva invece creato la multinazionale poi passata ai quattro figli: ad Andrea la «Riello Sistemi», a Pierantonio la «Riello Elettronica», a Giuseppe la «Riello Crd» e Nicola la «Riello investimenti e gestione fondi». Oggi la multinazionale «Riello Industries» - si legge nella presentazione sul sito dell'azienda «è una realtà a misura delle capacità professionali di Pierantonio, Andrea, Giuseppe e Nicola Riello, in cui ciascuno ha sviluppato la propria vocazione imprenditoriale seguendo percorsi indipendenti ed effettuando scelte strategiche ed operative in assoluta autonomia, all'interno di un comune catalizzatore di valori condivisi». Andrea Riello era parte di quella visione lunga ormai un secolo. «Era un uomo e un imprenditore di grande valore e visione, capace di creare un'impresa leader nel suo settore - ha commentato il governatore del Veneto Luca Zaia -. Lascia un vuoto difficile da colmare». L'estate nera degli industriali era cominciata a giugno con la scomparsa di Leonardo Del Vecchio, fondatore di Luxottica e presidente del gruppo Essiliux. Aveva 87 anni quando a causa di una polmonite poi rivelatasi fatale venne ricoverato in terapia intensiva all'ospedale San Raffaele di Milano.
A fine agosto, invece, Alberto Balocco, titolare e amministratore delegato dell'omonima azienda dolciaria, venne ucciso da un fulmine a 56 anni. Neanche due mesi prima, il 2 luglio, era morto il padre Aldo, l'inventore del celebre panettone «Mandorlato». Antonio Borrelli
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.