Riforma della giustizia e del Csm. Ora la Cartabia è pronta ad accelerare

L'invito di Mattarella raccolto dal Guardasigilli. Fumata nera sul recepimento della direttiva Ue sulla presunzione d'innocenza

Riforma della giustizia e del Csm. Ora la Cartabia è pronta ad accelerare

Un sì alla procura europea e un avvertimento al Csm, con il capo dello Stato e il nuovo Guardasigilli che, a Palazzo dei Marescialli, confermano l'urgenza di una riforma della giustizia e dello stesso organo di autogoverno della magistratura. L'occasione è il plenum straordinario del Csm, alla presenza di Sergio Mattarella e Marta Cartabia, che vede l'approvazione della proposta del ministro della Giustizia sulla procura europea. Una proposta che individua le nove sedi di servizio per i 20 procuratori europei italiani: Roma, Milano, Napoli, Bologna, Palermo, Venezia, Torino, Bari, Catanzaro. Il nuovo organismo si occuperà in via esclusiva dell'azione penale per tutti i reati che ledono gli interessi finanziari della Ue.

Il via libera del plenum arriva a maggioranza, con l'astensione del magistrato antimafia Nino Di Matteo che teme un depotenziamento del contrasto alle mafie - e dei due membri laici in quota Lega, Emanuele Basile e Stefano Cavanna. Ma, come detto, fuori dall'ordine del giorno del plenum, a tenere banco è stato il tema delle riforme. A introdurre la questione è stato proprio il Capo dello Stato, che nel suo intervento ha ricordato l'importanza «primaria» del ministero della Cartabia, «particolarmente in questo periodo, sia per gli adempimenti nell'ambito del Recovery plan sul settore della giustizia, sia per quanto riguarda le attese di necessari e importanti interventi riformatori oggetto di confronto in Parlamento». E la Guardasigilli ha concluso raccogliendo l'invito del vicepresidente David Ermini a tornare a Palazzo dei Marescialli per «parlare di riforme». «Lo faremo senz'altro», ha tagliato corto.

Così il via libera alle sedi italiane dei procuratori europei delegati è stato l'innesco per tornare a battere sul tasto delle riforme. E l'invito di Mattarella e la «promessa» della Cartabia guadagnano il plauso di Giorgia Meloni, con la leader di Fdi che «condivide» le parole del presidente della Repubblica e ricorda che sulle «necessarie e attese» riforme della giustizia il suo partito si è già confrontato nei giorni scorsi con la Cartabia, presentando «un pacchetto di proposte sul quale siamo pronti a confrontarci in Parlamento» e rilanciando «il sorteggio dei membri del Csm» come «unico strumento per spezzare il correntismo e il sistema della lottizzazione». E auspica «una soluzione condivisa» per risolvere «i problemi emersi sul Csm» e combattere «il fenomeno correntizio» nella nomina dei vertici anche il sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto. Tutto rinviato per l'altro tema caldo di giornata, il recepimento della Direttiva Ue che rafforza la presunzione di innocenza, e che vede la maggioranza spaccata con il solo M5s contrario.

Ieri alla riunione dei capigruppo della commissione Giustizia, presente in videoconferenza anche la Cartabia, le posizioni non sono mutate. La Guardasigilli ha chiesto di «evitare forzature», ma al momento nessuno degli emendamenti tesi ad accogliere la direttiva è stato ritirato.

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