Rimpasto, dimissioni o Conte-ter: cosa può fare Giuseppi dopo la fiducia

Il premier oggi potrebbe salire al Colle per un'informativa con il presidente Mattarella, ma il centrodestra ha la "mossa segreta". Ecco tutti gli scenari possibili

Rimpasto, dimissioni o Conte-ter: cosa può fare Giuseppi dopo la fiducia

Alla fine Giuseppe Conte ce l'ha fatta anche al Senato, ma c'è un dettaglio che di certo non può essere tralasciato: la fiducia incassata non è assoluta e si basa solo su voti raccogliticci che - allo stato attuale - non consentirebbero di garantire un'esperienza di governo solida e stabile. Da considerare che tra i 156 sì vi sono quelli di 3 senatori a vita (che spesso non prendono parte ai lavori di Palazzo Madama) e di 2 voltagabbana che sono stati immediatamente espulsi da Forza Italia. A questo si aggiunge che altre 2 preferenze sono state convalidate in extremis, mentre la presidente Casellati stava per dichiarare concluse le votazioni: è stato necessario ricorrere al Var per verificare la tempistica con cui Ciampolillo e Necini hanno espresso la loro posizione.

E adesso cosa succederà? Sicuramente Movimento 5 Stelle, Partito democratico e Liberi e uguali sono determinati ad andare avanti con questo premier. Con una direttrice ben precisa: rafforzare la squadra di governo e consolidare progressivamente i numeri della maggioranza. Eppure dal Colle più volte hanno sottolineato la necessità di fare subito, di non perdere tempo, di non lasciare il Paese nello stallo politico. Il presidente del Consiglio al termine del voto ha mostrato la totale volontà di non farsi da parte. Anzi, si è dimostrato convinto di voler proseguire con questi numeri e di non mollare la poltrona a Palazzo Chigi: "Il governo ottiene la fiducia anche al Senato. Ora l’obiettivo è rendere ancora più solida questa maggioranza. L'Italia non ha un minuto da perdere. Subito al lavoro per superare l'emergenza sanitaria e la crisi economica. Priorità a piano vaccini, Recovery Plan e dl Ristori".

Gli scenari: cosa può succedere

La strada più concreta sembra essere quella del rimpasto. Ai responsabili che hanno dato la fiducia a Giuseppi bisognerà pur dare qualcosa, senza dimenticare che da settimane il Partito democratico chiede di apportare più di una modifica allo scacchiere giallorosso. Ma qualora Conte dovesse continuare a temporeggiare, il suo gioco sarebbe destinato a durare solo qualche giorno: con questi numeri inevitabilmente le commissioni imploderanno e l'esecutivo rischia di andare sotto da un momento all'altro.

Oggi il premier potrebbe salire al Quirinale per un'informativa con il capo dello Stato Sergio Mattarella sull'evoluzione della crisi di governo. Non è da escludere che Giuseppi possa rassicurare il presidente della Repubblica sui tempi di rafforzamento della nuova maggioranza. Diventa però sempre più difficile partorire un gruppo in sostegno dell'avvocato, anche perché non c'è stato un vero e proprio palesamento dei "costruttori" nonostante l'appello aperto alle forze liberali, popolari e socialiste.

Conte potrebbe essere costretto a un nuovo passaggio parlamentare in seguito a un radicale cambio della squadra di governo. E a quel punto la soglia dei 161 non potrà mancare. "Se non ci sono i numeri questo governo va a casa", ha avvertito ieri. Come riportato da Il Messaggero, M5S e Pd preferirebbero le dimissioni per poi dare vita a un Conte-ter. Ma il presidente del Consiglio non ne vuole sentir parlare: spera di potersi limitare a riservare ai nuovi arrivati il Ministero dell'Agricoltura, quello della Famiglia e il sottosegretario agli Esteri. Pare che si prenderà ben 2 settimane di tempo per cercare altri voltagabbana, ma se entro 14 giorni non riuscirà a trovarli allora dovrà arrendersi e salire al Colle.

La mossa del centrodestra

Su tutte le fure il centrodestra, che vorrebbe mandare a casa i giallorossi poiché non sostenuti da una maggioranza robusta. La posizione di Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia, è chiara: "Conte dovrà secondo me consultarsi con il capo dello Stato e anche noi chiediamo un incontro con il presidente della Repubblica per valutare la situazione che si è venuta a creare". "La prova di forza e di superbia del governo Conte finisce nel più miserabile dei modi: l'operazione "raccattavoti" è miseramente fallita. Il voto del Senato condanna l'esecutivo e il suo premier a recarsi immediatamente dal presidente della Repubblica", ha tuonato Giorgio Mulè. Il deputato azzurro ha chiesto di cambiare "questa squallida pagina della storia parlamentare" e di tornare nel sentiero costituzionale per garantire all'Italia una guida sicura e capace: "Forza Italia con il centrodestra è pronta ad assumersi tutte le responsabilità".

La via maestra per la coalizione resta quella del voto. Intanto è stato annunciato che verrà chiesto un incontro urgente con il capo dello Stato Mattarella: "Ci rivolgeremo a lui. C'è un governo che non ha la maggioranza al Senato e sta in piedi con chi cambia casacca". Il leghista Matteo Salvini si è detto certo che il presidente della Repubblica "non potrà osservare questo scempio ancora a lungo".

Sulla stessa scia la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni: "Rispetto alle premesse e alle speranze di Conte e Casalino le cose non sono andate come speravano: sentivo parlare di decine di responsabili ma al netto di casi singoli, dall'altra parte ce ne sono di più, il centrodestra ha mantenuto la sua compattezza e non era scontato. Ho parlato con Salvini, parlerò con Berlusconi. Ora dobbiamo chiedere un colloquio con il Colle".

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