I rapporti tra i due sono stati spesso turbolenti e ormai da diversi mesi lo strappo era nell'aria: Luigi Di Maio e Giuseppe Conte molte volte sono stati protagonisti di botta e risposta a distanza, e alla fine la scissione innescata dall'ex capo politico ha fatto chiarezza sulla scarsissima sintonia che intercorreva. Dal giorno della maxi fuga i toni si sono fatti sempre più duri, con il ministro degli Esteri che oggi ha messo in evidenza un sospetto ben preciso.
L'attacco a Conte
Di Maio, intervistato dal Corriere della Sera, ha espresso forti perplessità sull'operato di Conte alla guida del Movimento 5 Stelle. Anzi, c'è da fare una precisazione: il titolare della Farnesina lo chiama "partito di Conte" per la gestione interna e per gli uomini di cui si è circondato. E questa tesi la avvalora con il passare dei giorni: "Sta coronando il suo sogno, distruggere quel che era rimasto del M5S".
In effetti sono diversi i pilastri storici del Movimento che in questi mesi sono stati abbattuti. Senza far mancare divergenze di vedute con Beppe Grillo, dal vincolo del doppio mandato alle Parlamentarie passando per il simbolo. "Con colpevole ritardo Grillo si è accorto che Conte gli sta distruggendo il M5S", ha dichiarato Di Maio.
Il ministro degli Esteri ha inoltre chiuso la porta a uno scenario di asse con i 5 Stelle. Un'ipotesi è che, chiuse le urne domenica 25 settembre, possa essere necessario imbarcare i grillini per tentare di allargare un fronte di governo. Ma in tal senso Di Maio è stato chiaro: a suo giudizio "non può esserci compatibilità" tra la coalizione progressista e il Movimento.
Di Maio punta alto
Le elezioni politiche saranno un banco di prova per la nuova creatura politica del titolare della Farnesina in tandem con Bruno Tabacci. È ovviamente complicato stimare concretamente un nuovo soggetto nato da pochi giorni, ma i sondaggisti non assegnano grandissime aspettative verso Impegno civico. Eppure Di Maio si è detto certo che "andrà oltre il 3%", assicurando che "noi saremo la sorpresa di queste elezioni".
Il ministro degli Esteri è andato giù pesante contro Matteo Renzi e Carlo Calenda, che alla fine hanno deciso di correre in solitaria piuttosto che aggregarsi all'ammucchiata di sinistra: Di Maio li ha definiti "due estremisti", imputando specialmente al leader di Azione la colpa di essere poco credibile. "Che sia un bullo gli italiani lo hanno capito prima di me", è stata la stoccata all'indirizzo di Calenda.
In questi giorni ha fatto molto discutere la possibilità di una candidatura blindata di Di Maio a Modena.
Nonostante le smentite del caso, la base del Partito democratico di Modena aveva da subito manifestato un forte malumore e aveva chiesto di evitare di candidare nei collegi coloro che vengono definiti "paracadutati". Di Maio potrebbe correre nella sua Pomigliano, ma su questo fronte fa ancora melina e non si sbilancia: "Nei prossimi giorni decideremo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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