Stefano Vladovich
Roma «Tutto a posto». Quando Anastasiya Kylemnyk prende il sacchetto di carta con il denaro, si allontana. Poi torna dal fidanzato Luca Sacchi e lo rassicura con una frase che lascia pochi dubbi. Tutto ciò davanti un amico, Domenico Costanzo Marino Munoz. «Un affare losco di moto? Non mi risulta», dice Munoz. «Non ho parlato prima perché avevo paura», racconta il supertestimone al pm. Quel «tutto a posto» confermerebbe il ruolo chiave dell'ucraina nella compravendita di droga coinvolgendo anche Sacchi, finora estraneo al business fra Anastasiya, Giovanni Princi e i borgatari di San Basilio. Sacchi viene ucciso perché la donna non vuole mollare lo zainetto con i 70mila euro da scambiare con 15 chili di marijuana. All'appuntamento con Luca e Anastasiya i soldi, però, li porta Princi. È sempre Munoz a raccontare cosa è accaduto in quei drammatici minuti che precedono il colpo di rivoltella.
Munoz in una prima versione parla dell'appuntamento con gli amici al pub, della Smart degli assassini, Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, della sua fuga alla vista dell'arma. Il 6 dicembre davanti al pm Nadia Plastina racconta cosa è successo prima dell'aggressione. «Quando sono arrivato in via Latina - mette a verbale Munoz - dopo esser stato contattato da Luca, egli era appoggiato su un'auto diversa dalle loro. A qualche metro c'era Princi con altre due persone ferme». I due sono Simone Piromalli e Valerio Rispoli, gli emissari dei pusher «congelati» con Princi dalla fotocamera piazzata sullo specchietto di una Panda parcheggiata. «Anastasiya sopraggiunge da via Bartoloni. Aveva lo zaino in spalla». Il 23enne cileno continua: «Ho percepito che Luca e Anastasiya erano in attesa di qualcuno o qualcosa () Princi ci ha salutato dal marciapiede e i due soggetti si sono avvicinati a lui». Nastja a quel punto, borsa in spalla, dice qualcosa a Luca e si allontana. «Quando torna dice tutto a posto e Luca annuisce con la testa. Ho capito che stavano facendo qualcosa di poco lecito». Ieri, intanto, è stata chiesta al Tribunale del Riesame la revoca delle misure cautelari di Anastasiya e Princi. Motivo? Secondo i legali la ricostruzione dei fatti sarebbe contraddittoria. Il 23enne racconta poi l'intenzione di allontanarsi, dopo la morte di Luca, da Princi. E di non aver più visto o sentito Anastasiya. I rapporti della baby sitter con i genitori di Luca finiscono per sempre dopo la notte del 23 ottobre. Che fossero pessimi lo testimonia una telefonata, intercettata il 3 novembre, tra l'ucraina e un'amica.
La 25enne dice che la madre di Luca, Concetta Galati, «viene da un paese di calabresi ignoranti. Tina è una cozza, una botte al ristorante invece sono tutti carucci». La donna, dal canto suo, al pm racconta dei suoi sospetti di un'intesa fra Princi e Anastasiya.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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