Russi in crisi, caos nell'esercito. E anche Shoigu rischia il posto

Mosca, rappresaglia e dissenso. I Wagner: difficile avanzare. Erdogan sente Putin e Zelensky. A febbraio vertice Ue a Kiev

Russi in crisi, caos nell'esercito. E anche Shoigu rischia il posto

«Solo degli inetti possono ammassare le munizioni all'aperto, sotto un tendone. Gli ucraini non hanno colpito direttamente la caserma, per loro è stato sufficiente far saltare in aria il nostro arsenale, collocato in una posizione vulnerabile». Dopo Evgenij Prigozhin, capo della Wagner, anche il blogger militare russo Semyon Pegov lancia precise accuse sulla carneficina di Makiivka. Premiato da Putin per le sue puntuali informazioni e pubblicazioni sulla guerra in Ucraina, Pegov ha un canale Telegram con quasi un milione e mezzo di follower, e senza tanti giri di parole chiede la testa della catena di comando nel Donbass. «Mosca parla di 63 morti. Forse non saranno 400 come dice Kiev, ma il bilancio delle vittime cresce man mano che le macerie vengono rimosse. Stiamo vivendo una tragedia che si è consumata per colpa di incapaci che non dovrebbero guidare il nostro esercito».

Mosca ha accusato il colpo dell'assalto nella notte di Capodanno, ma il ministro della Difesa Shoigu è andato su tutte le furie dopo aver scoperto quanto accaduto, più o meno nelle stesse ore, a Chulanivka, nella regione di Kherson, dove le truppe di Kiev hanno colpito uomini e attrezzature militari nemiche provocando la morte e il ferimento di almeno 500 uomini. Mentre al Cremlino si leccano le ferite, sta emergendo nelle ultime ore la figura di Nikolai Patrushev, segretario del Consiglio di Sicurezza, ma soprattutto amico di Putin dai tempi del Kgb. Sostenitore dell'Operazione Speciale fin dal primo momento, avrebbe chiesto allo Zar di Mosca di liquidare Shoigu e sostituirlo con il generale Mikhail Mizintsev, quello che si è guadagnato il titolo di «Macellaio di Mariupol» per l'eccidio perpetrato nella città portuale. Gli strateghi ucraini sono convinti che i russi lanceranno attacchi in direzione di Rivne per fermare la fornitura di armi occidentali, allertano su un possibile pericolo missilistico in arrivo da Est, e riferiscono di una mobilitazione generale di uomini da Mosca.

Intanto Zelensky (che ieri ha parlato di forniture d'armi con il primo ministro britannico Sunak) incassa il sì dell'Ue per un vertice a Kiev il 3 febbraio. Il summit vedrà la presenza del presidente del Consiglio europeo Charles Michel e della presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Non ci saranno i leader dei 27 Paesi.

Passando al campo, il 313º giorno di combattimenti è stato cruento. Proprio in queste ore le forze di difesa stanno gradualmente avanzando in direzione di Svatove-Kreminna. I russi vengono respinti vicino a Stelmakhivka e Makiivka. Gli ucraini controllano l'autostrada R-66, nodo strategico per il passaggio di armi. Le Forze Armate hanno inoltre colpito unità russe a Pology, nella regione di Zaporizhzhia. «Le esplosioni sono durate più di due ore, il numero di cadaveri dei russi era tale che non sono stati portati via», si legge nel rapporto dei comandanti. A Tokmak, nella regione di Zaporozhzhia, i soldati di Kiev hanno bombardato nella notte un ospedale. Un altro battaglione ha distrutto un deposito di munizioni russo nella regione occupata di Svatovo (Lugansk). In risposta, gli occupanti hanno bombardato il territorio regionale di Kherson 83 volte. La sola città di Kherson è stata colpita in 32 momenti differenti. Il bilancio è di 2 morti e 9 feriti. In mattinata hanno inoltre sparato con l'artiglieria su una zona residenziale di Kurakhove (Donetsk), uccidendo un civile e ferendone altri due. Sempre nel Donetsk, a Bakhmut, gli invasori non riescono a sfondare le linee ucraine. Spingersi oltre Bakhmut significherebbe per Mosca entrare nel cuore dell'Ucraina.

Scoperta nel frattempo ad Oleksandrivka (Mykolaiv) una nuova camera di tortura. Intanto sul fronte delle trattative di pace, dalla Turchia si apprende che oggi il presidente Erdogan parlerà al telefono sia con il presidente russo Putin e con quello ucraino Zelensky.

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