Nell'Anno Domini 2024, dalle Olimpiadi di Parigi scopriamo che non esiste un modo scientifico per distinguere un uomo da una donna. A dirlo è niente meno che il presidente del Cio, Thomas Bach, secondo il quale "se qualcuno ci presentasse un sistema scientificamente solido su come identificare uomini e donne, saremo i primi ad adottarlo". Questo perché, spiega Bach, "non ci piace questa incertezza. Non ci piace per la situazione generale, per nessuno. Quindi saremmo più che lieti di esaminarlo. Ma ciò che non è possibile". Testare un tampone guanciale (un cotton fioc che viene passato all'interno della bocca per estrarre materiale biologico) per estrarre il Dna è diventato "troppo invasivo", il controllo del testosterone idem. Pertanto chiunque abbia un passaporto femminile partecipa alle Olimpiadi come donna.
Ad alzare la voce contro questa assurda deriva inclusiva non sono stati esponenti delle destre mondiale. O meglio, non solo loro. Perché tra chi ha sollevato la questione con maggiore veemenza ed educazione c'è Anna Paola Concia, ex parlamentare del Partito democratico che oggi conduce una vita distante dalla politica, in Germania, con la moglie Ricarda. Grande appassionata di sport, ha seguito con vivido interesse le Olimpiadi e si è interessata al caso Imane Khelif, sottolineando in più di un'occasione che la forzatura ideologica in nome dell'inclusione a tutti i costi rischia di danneggiare lo sport femminile. Ma a seguito delle parole di Bach è intervenuta togliendo ogni dubbio sul "rischio" di danneggiamento e criticando apertamente il presidente del Cio: "Lo sport femminile è definitivamente morto finché c’è questo personaggio. Spero lo caccino a pedate".
Una posizione netta che non ammette sfumature quella di Concia, che ha ripreso a sua volta l'intervento del seguitissimo profilo @Fairplayforwomen, critico fin dall'inizio sui criteri assunti dal Cio per l'inclusione. "Il Cio sta facendo gaslighting al mondo. Bach dice che non c'è un modo scientifico solido per dire chi è una donna! Ci sta prendendo tutti per stupidi", si legge nella nota del profilo, diventata virale. La presa di posizione di un movimento femminista slegato dagli ambienti politici, che in queste settimane hanno spostato il focus del problema dal punto di vista scientifico a quello ideologico, diventa un contributo fondamentale nella discussione che, si spera, nascerà a seguito delle Olimpiadi di Parigi 2024. In nome dell'inclusione non possono essere le donne a pagare lo scotto di decisioni politiche.
Lo avevano capito anche gli antichi greci, perché a dispetto di quanto si possa pensare, all'alba dei Giochi olimpici sorse lo stesso problema. Come distinguere gli uomini dalle donne? Loro risolsero facendoli gareggiare nudi. Non è questa la strada nel 2024, anche perché non sarebbe nemmeno risolutiva. Ma la scienza ci permette di analizzare il codice genetico, di esplorare la carica ormonale, che sono due elementi che possono dare risposte scientificamente solide. Eppure, nelle Olimpiadi del 2024, si rifiutano.
Allora, perché continuare a dividere le competizioni maschili e femminili se si vuole uno sport così fluido e contrario a ogni valore? Si faccia con coraggio il passo successivo, il Cio prenda la decisione definitiva. Poi se ne assuma, realmente, le conseguenze e la responsabilità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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