"Sa parlarti con gli occhi e ti ruba il pensiero"

Il ct della nazionale di ciclismo: "Una brutale casualità, un incidente che non meritava"

"Sa parlarti con gli occhi e ti ruba il pensiero"

Si conoscono bene Davide Cassani e Alex Zanardi. Sono amici da tempo, e da qualche anno lo sono anche di più. Uno è il ct e coordinatore delle squadre azzurre di ciclismo, l'altro è un «gigante di simpatia e tenacia», dice sempre Cassani. «Cosa posso dire? Sono sottosopra. Questi sono avvenimenti che ti turbano e ti lasciano senza fiato. È stata una brutale casualità, un malevolo accadimento che non ci voleva assolutamente e che Alex, a maggior ragione, non si meritava».

Uno è romagnolo, Alex emiliano. Però stessa terra, stessa parlata spigliata e simpatica. Stessa passione. «Non ha idea di quante ore abbiamo passato assieme a parlare di ciclismo. Alex è di un'intelligenza unica. Ti parla con gli occhi, riesce a rubarti il pensiero - dice Cassani - Assimila tutto alla velocità del suono e ora se solo penso che è la sua testa che è messa sotto pressione, resto senza fiato».

Appena due settimane fa su Rai 1 Alex Zanardi presentava gli azzurri e non solo nella trasmissione Non mollare mai. Per lanciare all'Italia un messaggio di rinascita e speranza dopo il lockdown per il coronavirus. Perché Alex è da sempre e per tutti l'esempio di chi ce la fa e riesce a tirare fuori il meglio dalle difficoltà.

«Alex non si tira mai indietro quando si parla di progetti a scopo benefico - prosegue il ct azzurro - Dà agli altri quello che Dio gli ha dato. Alex è un caro amico, ama il ciclismo. In verità Alex ama tutto, ama quello stupendo dono che è la vita per cui è riuscito a diventare un campione, autentico, straordinario. Più volte campione del mondo e olimpico, capace di vincere gare durissime e importanti. È un uomo generoso, ultimamente si era prestato a condurre una bella e intensa trasmissione tv per raccogliere fondi per tutti coloro che non possiedono la benché minima risorsa. Mi auguro che il mio amico Alex, l'amico dello sport e di tutti, possa in qualche modo ripetere il miracolo di tanti anni fa».

È un Cassani scosso, che parla con un nodo alla gola, ma non la finirebbe di parlare di un uomo che sta lottando ancora una volta per la vita. «Alex è un grande lottatore, un uomo che sa trovare dentro di sé risorse difficili da individuare in un soggetto così provato dalla vita - dice - Voglio pensare sono a cose belle. Alle uscite in bicicletta fatte assieme e a quelle che ancora faremo. Voglio riabbracciarti con tutto l'affetto possibile, alla faccia dei distanziamenti. Questa volta se ti abbraccio lo voglio fare per un po'».

Inutile chiedersi ora se era il caso di organizzare una manifestazione così in piena settimana, quando il ciclismo tutto non ha ancora

ripreso l'attività. Non è il caso e nemmeno giusto farlo. Questo è il momento dell'attesa e della preghiera, per un ragazzo che merita di vincere l'ennesima prova che la vita gli ha riservato. Per altri discorsi c'è tempo.

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