Saltato l'incontro fra Papa Francesco e Kirill: "Non è il momento, creerebbe solo confusione"

Le due guide religiose si sarebbero dovute vedere a giugno a Gerusalemme

Saltato l'incontro fra Papa Francesco e Kirill: "Non è il momento, creerebbe solo confusione"

La relazione con il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill, «è molto buona» ma «non è il momento di un incontro». Le posizioni tra le due chiese sulla guerra in Ucraina evidentemente sono ancora lontane e il Papa prende le distanze con un gesto forte, annunciando di essere stato costretto a sospendere il faccia a faccia, programmato in campo neutro a Gerusalemme, con il capo della chiesa ortodossa, previsto per metà giugno. Da un lato Francesco che non perde occasione per ribadire la sua contrarietà al conflitto; dall'altro il Patriarca che invece sostiene l'intervento dell'esercito russo contro «il nemico comune».

«Mi dispiace che il Vaticano abbia dovuto revocare un secondo incontro con il patriarca Kirill, che avevamo programmato per giugno a Gerusalemme - ammette Bergoglio in una intervista a tutto campo al quotidiano argentino La Nacion -. Ma la nostra diplomazia ha capito che un nostro incontro in questo momento potrebbe creare molta confusione». Il Papa ribadisce di aver sempre «promosso il dialogo interreligioso. Per me l'accordo è superiore al conflitto». La cancellazione dell'incontro è stata confermata dal Patriarcato ortodosso. «È stato rinviato a causa dei problemi causati dagli eventi internazionali degli ultimi mesi», ha affermato il capo del Dipartimento sinodale per le relazioni esterne, il metropolita Hilarion. «Gli eventi degli ultimi due mesi hanno reso necessari adeguamenti ai piani e il rinvio dell'incontro. Troppi problemi sorgerebbero ora durante i suoi preparativi». Tradotto: restano forti le distanze tra le due chiese. Apprezzamento da parte dell'ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andrii Yurash, che parla di «logica decisione del Santo Padre di annullare l'incontro di giugno con il patriarca russo Kirill, che ha benedetto l'uccisione di migliaia di persone».

Bergoglio è stato poi costretto a frenare anche su una visita a Kiev. «Non posso fare nulla che metta a rischio obiettivi più elevati, che siano la fine della guerra, una tregua o, almeno, un corridoio umanitario. A cosa servirebbe che il Papa andasse a Kiev se la guerra continuasse il giorno dopo?», ha risposto al giornalista argentino che gli chiedeva di una possibile visita nella capitale ucraina. Il Pontefice aveva avanzato l'idea di ritorno dal viaggio a Malta: «L'ipotesi di un viaggio a Kiev è sul tavolo», aveva detto. Poi era rientrata, quando Francesco aveva ribadito che «il viaggio si fa se è conveniente farlo o se devo farlo».

«Io sono disposto a fare tutto quello che si può fare - aveva detto -. La Santa Sede, soprattutto la parte diplomatica, con il cardinale Parolin e monsignore Gallagher stanno facendo di tutto. Ma non possiamo pubblicare quello che fanno per prudenza e riservatezza».

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