Salvini annulla gli Stati generali della Lega La Meloni attacca il certificato: "È divisivo"

Salta l'assemblea di dicembre con mille delegati per non escludere i no vax

Salvini annulla gli Stati generali della Lega La Meloni attacca il certificato: "È divisivo"

Un primo effetto del super green pass in casa Lega è quello di annullare l'assemblea programmatica prevista per dicembre. Non una brutta notizia per Salvini, anzi. L'evento era stato deciso dopo l'ultimo consiglio federale, quello chiamato d'urgenza dopo le tensioni interne sui vaccini e le ripetute uscite «fuori linea» di Giorgetti, il più draghiano dei leghisti. Un «chiarimento», per altri una vera resa dei conti, era dunque diventato non più rinviabile e il leader l'aveva appunto fissato per l'11 e 12 dicembre (un migliaio i delegati invitati). L'aumento dei contagi e la nuova stretta del governo, approvata (con forti mal di pancia) dalla stessa Lega, ha però cambiato i programmi. Con un breve comunicato il partito di Salvini spiega che l'assemblea è stata annullata «per garantire a tutte le persone invitate la possibilità di partecipare», e che si tratta di «una scelta di rispetto, in particolare per militanti e amministratori locali, alla luce delle decisioni del governo». Le chiavi di lettura sono molteplici. La prima è che nella Lega c'è una sacca di no vax che con le nuove norme sarebbe stata obbligata a non partecipare al meeting. Il nuovo decreto stabilisce infatti che l'accesso anche a «cerimonie pubbliche» sarà consentito, in zona bianca, solo ai possessori del super green pass. Se l'evento non fosse stato annullato si sarebbe creata una demarcazione plastica tra leghisti pro-Vax e i leghisti no-Vax, quelli esclusi dall'assemblea. Un impiccio che Salvini si è tolto volentieri di mezzo. Qualche malevolo arriva a pensare che l'abbia annullata proprio per evitare l'imbarazzo di vietare l'ingresso ai (quanti?) leghisti senza certificato verde (anche perchè nel frattempo la meno problematica assemblea regionale della Lega a Napoli, lunedì prossimo, non è stata annullata). Una lettura che dalla Lega però respingono al mittente.


La Meloni, interpellata sulle vicende dell'alleato, non si sbilancia («evidentemente diventa difficile per tutti...) ma assicura che la prossima edizione di Atreju si terrà regolarmente, nelle prossime settimane, «fortunatamente è all'aperto. Siamo tutti partiti responsabili che vogliono rispettare le norme però penso anche sia giusto che la politica si continui a fare, perché mi pare un po' curioso questo tempo in cui non si può fare più niente, neanche continuare a parlare e confrontarsi» commenta la leader Fdi, contraria al super green pass («strumento volutamente divisivo»).
Sicuramente l'assemblea della Lega avrebbe anche riportato alla ribalta le note divisioni tra governisti e sovranisti, con Salvini a metà strada tra i due. Sono soprattutto i leghisti del nordEst, cioè i veneti di Zaia, i friulani-giuliani di Fedriga, e poi i trentini di Fugatti, a remare in una direzione molto diversa da quella dell'anima ancora populista della Lega salviniana.

Ma le divergenze dentro la Lega, malgrado la riconferma all'unanimità di Salvini nell'ultimo federale, vanno oltre il tema Covid. Difficile che l'assemblea si faccia a gennaio, ancora meno a febbraio, in pieno fervore quirinalizio. Se ne riparlerà tra molto, non una brutta notizia per Salvini.

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