Da parte di Matteo Salvini arriva un vero e proprio atto di accusa personale per la linea tenuta nel corso dell'emergenza Coronavirus. L'esperienza del governo Draghi ha visto quasi tutti i principali partiti del Paese (tranne Fratelli d'Italia) far parte della maggioranza, e questo ha inevitabilmente innescato un meccanismo di mediazioni e compromessi. Ed è proprio sulle restrizioni personali che il segretario della Lega ha fatto mea culpa, pentendosi per aver dato il via libera a delle misure che hanno limitato la libertà personale.
Il mea culpa di Salvini
L'ex ministro dell'Interno, intervenuto ai microfoni di Oggi è un altro giorno su Rai 1, ha detto che cambierebbe linea di pensiero qualora ci fosse la possibilità di tornare indietro: "Tornassi indietro non riapproverei quelle norme che hanno lasciato a casa medici, infermieri, poliziotti, insegnanti. Tutelerei la vita e la libertà di scelta e il diritto al lavoro di tanti italiani che ancora adesso sono a casa senza stipendio".
Salvini ha poi assicurato che ulteriori obblighi, sanzioni, divieti e multe "non fanno parte della mia idea di Italia del futuro". Nella peggiore delle ipotesi potrebbe tornare a farsi sentire una recrudescenza della pandemia da Covid-19, ma il leader del Carroccio auspica che non si palesi la necessità di un nuovo lockdown. "Conto che non ce ne sia più bisogno", ha detto in riferimento allo scenario di un dentro tutti nei prossimi mesi.
Nel programma condiviso dai partiti del centrodestra viene trattato, tra le altre cose, il tema della tutela della salute dei cittadini anche in relazione al Coronavirus: Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia e Noi moderati hanno sottoscritto l'impegno a contrastare la pandemia mediante "la promozione di comportamenti virtuosi e adeguamenti strutturali", come ad esempio la ventilazione meccanica controllata e il potenziamento dei trasporti. Il tutto senza contemplare la "compressione delle libertà individuali".
Scostamento e sanzioni
Inoltre Salvini è tornato a sottolineare con insistenza l'importanza di uno scostamento di Bilancio alla luce della crisi che impone interventi urgenti. Su questo fronte si registra la perplessità di Giorgia Meloni, che considera questa ipotesi solo come extrema ratio. Per il segretario della Lega invece servono ben 30 miliardi di euro subito: "Non se ne deve riparlare tra un mese e mezzo. Sì, è debito buono. Meloni non vuole? Non la convince Salvini, la convincono i lavoratori. Noi stiamo rischiando una strage economica".
Infine l'ex titolare del Viminale ha fatto notare che il nostro Paese sta affrontando una drammatica situazione economica e ha invitato tutti ad avviare una profonda riflessione sul tema delle sanzioni alla Russia: "Ci avevano detto che avremmo messo
in ginocchio la Russia, che spero si fermi al più presto. Ma stiamo pagando un prezzo alto". La convinzione di Salvini è che qualcuno a Mosca "ci sta guadagnando e qualcuno in Italia ci sta perdendo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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