Sanità, i campani in fuga da De Luca

Un esercito di cittadini si cura altrove. E la Regione perde 250 milioni all'anno

Sanità, i campani in fuga da De Luca
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I campani bocciano la sanità di De Luca e scappano a curarsi fuori Regione. È fuga dagli ospedali di Napoli e delle altre quattro province, con costi esorbitanti per le casse dell'ente guidato dal governatore dem. I numeri parlano chiaro e soprattutto sono bollinati dalla Ragioneria generale dello Stato. Tecnicamente è definita «mobilità sanitaria passiva».

Tradotto: sono i cittadini residenti in Campania (che non si fidano delle strutture pubbliche locali) che si rivolgono a ospedali di altre regioni. In questo caso, il meccanismo di compensazione del servizio sanitario nazionale consente alla Regione che accoglie il paziente «straniero» di chiedere poi alla Regione di provenienza (la Campania) il rimborso della prestazione sanitaria. Siano esse visite mediche, interventi chirurgici o esami diagnostici: tutto ciò che è garantito dal sistema nazionale. La mobilità sanitaria è attiva quando si accoglie il paziente di un'altra regione. E il sistema diventa anche indicatore della qualità dell'assistenza sanitaria locale. De Luca, che sembra essere la vera testa d'ariete di Elly Schlein nella guerra al governo sull'autonomia differenziata, nel gennaio scorso dichiarava baldanzoso: «Posso dire senza tema di smentita che siamo la regione all'avanguardia in Italia nella sanità». Eppure, le cifre lo sbugiardano. E soprattutto l'autonomia non c'entra nulla (perché non è ancora entrata in vigore). Cifre e numeri rivelano una radiografia (impietosa) dei 9 anni di De Luca. Nel 2023 la Campania ha speso per i cittadini che sono andati a curarsi fuori Regione 403.733.891,52 milioni. Alla voce mobilità sanitaria attiva invece la Campania ha incassato 175.261.463,31 milioni. Il saldo è negativo è pari a 228.472.428,21 euro. Insomma, ogni anno la Campania spende mediamente 250 milioni per pagare gli ospedali di altre regioni che assistono i campani. Soldi che risparmierebbe se funzionasse la sanità in Campania. Nel 2022 il dato è in linea. I numeri, come nel caso delle spese folli, sono recuperabili dal portale Siope del ministero dell'Economia. Non esisterebbe, dunque, nessun miracolo deluchiano.

Luigi Barone, responsabile nazionale Coesione territoriale della Lega, commenta col Giornale le cifre: «Ennesima prova del disastro di De Luca. Da un lato emergono spese folli, come nel caso dei traduttori pagati a peso d'oro, dall'altro la Regione non è in grado di assicurare assistenza sanitaria di qualità ai campani che fuggono fuori regione». Dove vanno a curarsi i campani? La Lombardia è la regione che ha un attivo, nel calcolo della mobilità sanitaria, pari quasi a 1 miliardo. Nel 2023 la Regione guidata da Attilio Fontana ha incassato 1.467.218.631.00 grazie ai cittadini di altre regioni che si sono rivolti alle strutture lombarde mentre ha sborsato poco più di 504.927.080,00 per i lombardi andati fuori regione.

Un saldo positivo pari a 962.291.551 milioni di euro. Con chi prendersela? De Luca spara a zero contro il governo e l'autonomia (non ancora legge).

Non può nemmeno scaricare le colpe sull'assessore regionale alla Sanità. Per un motivo semplice: ha voluto per sé (dal 2020) la delega. È da quattro anni presidente e assessore regionale della Campania alla Sanità. Urge diretta (violenta) del venerdì con lo «sceriffo».

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