Sbarcano tutti col certificato medico. Il ricorso beffa: "Rischi psicologici"

La linea della fermezza piegata dall'Asl Catania, scendono a terra gli altri migranti

Sbarcano tutti col certificato medico. Il ricorso beffa: "Rischi psicologici"

Ong-governo, 3 a 1. A parte quelli diretti a Marsiglia gli altri migranti a bordo delle tre navi dei talebani dell'accoglienza sbarcano tutti in Italia, come sempre. La linea dura del Viminale è fallita quasi del tutto. La prima avvisaglia è stato lo sbarco farsa dei migranti della Rise Above, la nave della Ong tedesca, Mission Lifeline, attraccata e già ripartita da Reggio Calabria per ripetere il copione. Poi è saltato fuori il grimaldello utilizzato da Medici senza frontiere, che ha chiesto un'ispezione a bordo della Geo Barents sui 211 migranti rimasti, dopo lo sbarco dei fragili. La nave ormeggiata a Catania avrebbe già dovuto lasciare il porto su ordine governativo. I sanitari dell'Azienda locale hanno riscontrato «un rischio psicologico» per «lo spazio confinato» a bordo. In serata tutti i migranti sono scesi a terra. E si è usato lo stesso grimaldello per la Humanity 1 con 35 migranti rimasti a bordo. Gli ispettori dell'Usmaf hanno riscontrato l'alto rischio psicologico e, ieri sera, i migranti sono scesi dalla nave della Ong. Saliti su un bus, all'uscita dal molo, sono stati accolti dagli attivisti con applausi e al coro «libertà». Alcuni si sono affacciati dai finestrini dando il cinque ai manifestanti. Una specie di Caporetto, che forse fa parte di un accordo non scritto con francesi e tedeschi, che sono legati a navi e Ong ribelli.

L'ultima nave delle Ong ad arrivare, ieri, in porto, la Rise Above, ha cantato vittoria per prima. Batteva bandiera tedesca e «assediava» l'Italia, ma è stata graziata. Dal Viminale fanno sapere che era «troppo piccola, strapiena di migranti e con molti minori». Quando ha finito il carburante, dichiarando lo stato di emergenza, è stata autorizzata a sbarcare gli 89 a bordo a Reggio Calabria. Tutti provenivano da paesi non in guerra come la Tunisia e l'Egitto ed erano stati recuperati in acque di competenza maltese senza alcuna autorizzazione da Roma. I neonati erano 8 e 34 i minori dai 7 ai 17 anni. La beffa è stata evidente grazie a un filmato di Rai News 24 sui migranti appena scesi a terra che salutano, in perfetta forma, gli amiconi dell'equipaggio. Non solo: molti dei presunti minori sono ragazzoni altri due metri ben oltre la maggiore età. Come se non bastasse Rise Above è tornata in mare per ripetere il copione.

La seconda, clamorosa, vittoria a colpi di certificati medici è arrivata in serata a Catania con l'annunciato sbarco di tutti i 211 migranti rimasti a bordo della Geo Barents. Da ore avevano inscenato proteste mostrando cartelli «Help» (aiuto) e «Disembark 4 all» (sbarco per tutti). Il grimaldello dello stress psicologico ha funzionato per farli scendere a terra. Curioso che gente tosta sopravvissuta a violenze e detenzioni in Libia, come le stesse Ong hanno denunciato, adesso riscontri gravi problemi psicologici nonostante siano al sicuro e venga garantita l'assistenza necessaria. Si vuole replicare la stessa tattica per gli ultimi 35 migranti a bordo di Humanity 1. Anche se presso il tribunale civile di Catania pendeva un ricorso d'urgenza presentato da un agguerrito team legale dei tedeschi di Sos Humanity. A bordo sono rimasti 14 cittadini del Bangladesh, 5 egiziani e 11 pachistani. Nessuno è scappato da zone di guerra. Nelle 22 pagine, che il Giornale ha letto, i migranti giunti illegalmente via mare dalla Libia «chiedono al Tribunale di ordinare al Ministero degli Interni, delle Infrastrutture e della Difesa di autorizzare lo sbarco». Il tutto si basa sulla richiesta di asilo, che l'avvocato Riccardo Campochiaro ha raccolto dagli stranieri a bordo della Humanity 1, che batte bandiera tedesca.

Nelle prime sette pagine si sostiene che molti dei 35 stranieri a bordo «sono stati soccorsi nell'evento () del 24.10 mentre un'imbarcazione era alla deriva e stava affondando». La Humanity 1 ha ricevuto la richiesta di intervento da Alarm phone, il centralino dei migranti, che si sostituisce ai Centri di coordinamento degli Stati. Il recupero dei migranti è avvenuto in acque internazionali di competenza maltese per la ricerca e soccorso senza alcun via libera italiano».

Poi la nave è stata «autorizzata a entrare nelle acque territoriali italiane per ripararsi dal maltempo» e a dirigersi a Catania per sbarcare i fragili. La linea dura del governo si è sciolta come neve la sole e sbarcano tutti con il certificato medico.

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