Emergenza a Lampedusa. Tremila migranti in 36 ore è un assalto. Si stima ne possano arrivare altri 2mila. L'Italia fa i conti con un nuovo tsunami umano proveniente dall'Africa. E l'hotspot scoppia. Venerdì sono arrivati 1.918 migranti dalla Tunisia e dalla Libia, intercettati in mare o approdati autonomamente. Malgrado la struttura sia alleggerita con i trasferimenti, ieri contava 4.121 ospiti, fra cui 249 minori non accompagnati che, per legge, devono restare in Italia. Per tutti gli altri la possibilità che siano ricollocati in altri Paesi Ue appare improbabile, visto che ne devono essere ricollocati solo 8mila da tutti i Paesi di primo approdo e finora l'Italia ne ha visti presi in carico 1.076. Numeri che appaiono bazzecole, se si pensa che sulle nostre coste da inizio anno si sono riversati 110mila migranti.
Per una breve tregua si confida nel vento e nel mare agitato. Ma anche in un nuovo intervento del governo, con il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini che ha annunciato la mossa dell'esecutivo. «Ritengo che sia necessario un nuovo decreto sicurezza già a settembre, perché l'Italia non può essere punto d'arrivo dei migranti di mezzo mondo», ha detto a Pinzolo. La prefettura di Agrigento, d'intesa col Viminale, ha pianificato per ieri il trasferimento di 1.131 migranti, 721 dei quali col traghetto di linea Galaxy e 100 sul Cossyra per Porto Empedocle, 170 sulla nave militare Pantelleria per Augusta, 140 sono stati condotti a Comiso con due voli militari. Un impegno non indifferente per prefettura e questura. Quest'ultima sta riuscendo a garantire la sicurezza nell'hotspot malgrado gli oltre 4mila ospiti. Ma è stremante. Il questore di Agrigento ha fatto appello alle Ong perché rispettino le indicazioni del Ministero dell'Interno, per non gravare su Lampedusa. Di questo passo l'isola affonda. E il sindaco, Filippo Mannino chiede al governo di «fare una seria riflessione su quanto sta accadendo». Mannino, interrogandosi su quale sia «la strategia del ministero dell'Interno non per fermare, quanto per fronteggiare gli sbarchi e aiutare l'isola» ricorda che «a gennaio ci era stata garantita una nave che avrebbe fatto la spola con la terraferma. Ad oggi questa nave non è in servizio e non posso accettare che lo Stato non sia in grado di trovarla e che non si trovi un'area dove raccogliere i barchini che devastano il territorio». Il leghista Lucia ricorda le battaglie con l'allora ministro Matteo Salvini. «Sono sempre stato in prima linea contro il business di carne umana dice -. Quest'isola non può più affrontare l'emergenza: l'ospedale è off limits, i pescatori non possono lavorare, i traghetti sono usati per i trasferimenti. Auspico che il governo in 48 ore faccia qualcosa». Il vice premier Salvini ha incalzato: «L'Europa dopo tante chiacchiere deve muoversi. I confini italiani sono i confini d'Europa e, siccome ogni anno mandiamo miliardi a Bruxelles, la difesa dei confini deve essere priorità europea.
L'emergenza sbarchi? Da ministro, per aver bloccato e quasi azzerato gli sbarchi, ho vinto diversi processi». Intanto altri 439 migranti sono sulla Ong Ocean Viking che prima ne farà sbarcare un gruppo a Vibo Valentia e domani giungerà a Genova.
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