"Sbarchi problema di tutti. L'Europa deve aiutarci"

Berlusconi lancia l'allarme immigrazione. E sul presidenzialismo: "Non penso al Quirinale"

"Sbarchi problema di tutti. L'Europa deve aiutarci"

Nonostante la sconfitta casalinga del suo Monza alla prima di campionato, Berlusconi si mostra soddisfatto e compiaciuto. «La vita mi ha regalato tanto» spiega ai cronisti che lo attendono all'uscita dello stadio dove la neopromossa sabato sera è stata sconfitta dal Torino. Non ci sarebbe bisogno di tornare sull'argomento presidenzialismo, visto quanto detto e specificato nei giorni precedenti, ma i cronisti insistono. E tornano a chiedergli di una sua candidatura nel caso debba cambiare il sistema di elezioni del Capo dello Stato con la scelta affidata agli elettori. «Io al Quirinale? È fuori dalla mia testa».

Da quando è tornato in campo il leader azzurro è stato già descritto dagli avversari come in preda di una forte ambizione. Prima la poltrona di presidente del Senato (dopo il suo annuncio della candidatura) poi il Quirinale (quando hanno maliziosamente interpretato la sua difesa del presidenzialismo come un indiretto attacco all'arbitro della nostra vita democratica, Sergio Mattarella). In tutti e due i casi Berlusconi ha dovuto replicare. Nessuna ambizione personale. Il suo è l'utile impegno di chi lavora per la squadra e per la causa (della coalizione). E lo ribadisce in ogni occasione. «Il mio ragionamento sul presidenzialismo è stato travisato», continua a ripetere. Dispiaciuto soprattutto perché ora la sinistra vorrebbe attribuirgli lo stigma di nemico di Mattarella. «Ho detto che vedrei bene la sua candidatura - continua a ripetere -. Altro che chiederne le dimissioni!» E ricorda che lo stesso Pd, che ora si erge a difensore non soltanto della Costituzione ma anche del Quirinale, ha stretto un'alleanza elettorale con chi voleva l'impeachment di Mattarella (il riferimento è al leader di Impegno civico, Luigi Di Maio). «Io ho sempre avuto un ottimo rapporto con Mattarella - spiegava sabato sera ai cronisti davanti allo stadio di Monza -, di stima sia in privato che in pubblico. Hanno tutti frainteso, mi ha indignato. La sinistra non può fare una campagna di soli scontri». E i quirinalisti giurano che lo stesso Mattarella non solo ha ben compreso il senso dell'intervento di Berlusconi ma lo approva al punto che - dicono - se si trovasse di fronte a un mutato scenario legislativo sul suo ruolo rassegnerebbe subito le dimissioni. Come aveva promesso di fare un altro presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, quando ai tempi della Bicamerale continuava a dire: «Ho le valigie pronte».

Meglio dedicarsi al programma. E dopo il presidenzialismo, il tema scelto da Berlusconi è quello dell'emergenza immigrazione clandestina. Che definisce «un infame traffico di esseri umani». E che rappresenta, per il leader azzurro «una grave minaccia per la nostra economia e la nostra sicurezza». «Il mio governo l'aveva praticamente arrestata - ricorda il presidente di Forza Italia -, con soli 4000 immigrati nell'anno 2010, oggi è di nuovo un grande pericolo per l'Italia». Berlusconi ricorda che quello dei flussi migratori non può essere un problema esclusivo del nostro Paese.

«L'Europa ci deve aiutare -dice -: bisogna fermare gli sbarchi siglando nuovi accordi con i paesi africani sul Mediterraneo, e coloro che riescono a sbarcare devono essere distribuiti fra i paesi europei in proporzione alla popolazione e alle possibilità economiche di ogni nazione. L'Europa deve gestire tutta insieme i rimpatri».

E alle critiche sulla flat tax ribadisce: «Se lo Stato ti chiede il 25% di quello che guadagni va bene, se ti chiede il 50% mi sembra più un furto che altro».

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