La Scala dei Turchi è a rischio "Caduti centinaia di massi"

Denuncia dell'associazione ambientalista «Mareamico» «Maltempo, cemento e troppi turisti: si sta sbriciolando»

La Scala dei Turchi è a rischio "Caduti centinaia di massi"

S e non abbiamo ancora perso definitivamente l'Eden, che si trova nell'Agrigentino ed è chiamato Scala dei Turchi, ci siamo arrivati vicino. La parete rocciosa che si erge a picco sul mare lungo la costa di Realmonte, infatti, si sta sbriciolando. «Si sta sciogliendo come neve al sole», denuncia l'associazione agrigentina «Mareamico», che da anni combatte la sua battaglia per chiedere la tutela del sito candidato a patrimonio dell'Unesco.

Prima o poi la natura si ribella e gli interventi sconsiderati dell'uomo e lo sfruttamento intenso del territorio non fanno sconti di sorta, specie in una Regione come la Sicilia sfigurata (e purtroppo non è la sola) dalla costa all'entroterra da interventi di urbanizzazione in contravvenzione alle normative vigenti. Basti pensare alle villette che sorgono a ridosso dei corsi d'acqua, non rispettando la distanza stabilita dalla legge (tanto per non andare lontano è noto il caso di Licata, sempre nell'Agrigentino), o alle case sorte alle pendici di monti, che hanno pure subito il disboscamento. Ne conseguono tragedie immani, come quella di Casteldaccia nel 2018, con una famiglia intera annegata in casa da acqua e fango di un vicino torrente esondato, o alle conseguenze dell'alluvione che colpì il Messinese nel 2009, tanto per citare qualche esempio.

A Scala dei Turchi, come testimonia un video-denuncia realizzato da Mareamico, sono centinaia i massi venuti giù durante il maltempo dei giorni scorsi. Per fortuna non ci sono stati feriti. «I detriti di marna sono collassati sui gradoni naturali della maestosa scogliera di Realmonte denuncia l'associazione agrigentina -. L'eccessiva cementificazione tutto intorno a lei ha modificato il normale deflusso delle acque meteoriche e poi l'esagerata frequentazione dei luoghi ha fatto il resto». Come non tenere in considerazione il fatto che le centinaia di turisti che frequentano la Scala dei Turchi ogni estate si cospargono di marna bianca, ritenendo erratamente che possegga qualità cosmetiche in quanto la scambiano con l'argilla, e talvolta ne portano pure via un po'. Insomma la Scala dei Turchi è stata logorata, ora più segnatamente e ora con meno incisività, ma sempre in maniera costante nel tempo e, adesso, sta cedendo. In passato qualche turista è rimasto ferito mentre prendeva il bagno dalla caduta di massi e per fortuna non c'è scappato mai il morto.

«Solo alcuni mesi fa il sito era stato riaperto alla fruizione, dopo il crollo del lato est, ripristinato con un'opera di disgaggio (intervento necessario alla messa in sicurezza in tempi brevi di una parete rocciosa, ndr) finanziato dalla Regione Siciliana dice l'associazione -. Tutti devono sapere che questo è un luogo estremamente pericoloso. Soprattutto il gran numero di turisti che la frequentano non è consapevole del pericolo che corrono durante la visita. Non possiamo sempre gridare al miracolo».

Serve, dunque, tutelare questo angolo di Paradiso e, di conseguenza, la vita delle persone. Obiettivi che vanno raggiunti attraverso «un'opera di responsabilità», come dice l'associazione Mareamico. In buona sostanza: «Va interdetto il versante ovest che si affaccia su lido Rossello.

E urge una programmazione e una seria gestione del sito, con il contingentamento delle presenze. La Scala dei Turchi richiama ogni anno centinaia di migliaia di visitatori, con un riverbero importante sull'aspetto turistico e di conseguenza economico del territorio, merita dunque la giusta attenzione».

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