Scandalo Equalize, la morte improvvisa del "regista" Gallo, l'uomo dei segreti

Stroncato da un infarto ai domiciliari. Aveva cominciato a parlare con gli inquirenti, la settimana prossima i suoi verbali al tribunale del Riesame

Scandalo Equalize, la morte improvvisa del "regista" Gallo, l'uomo dei segreti
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E adesso fare luce su Equalize, la fabbrica di dossier e spiate fiorita all'ombra del Duomo di Milano, diventa drammaticamente più arduo. Perché all'improvviso, ieri mattina, muore l'uomo che più di tutti sapeva la verità sulla quantità inverosimile di dati riservati accumulati nei computer degli hacker di Equalize, e conosceva i nomi dei potenti pubblici e privati - dai colossi di Stato ai servizi segreti - che per anni hanno usato le «spiate» dell'azienda. Carmine Gallo, ex commissario di polizia, muore stroncato da un infarto nella casa di Garbagnate Milanese dove da ottobre era agli arresti domiciliari. La Procura ordina per prudenza l'autopsia, ma la verità appare fin troppo banale: Gallo muore ammazzato dallo stress e dalla disperazione. L'unico vero mistero di questa morte è perché un servitore dello Stato coraggioso e prezioso si sia lasciato andare, una volta tolta la divisa, nel vortice dei dossier. Non per i soldi, dice l'indirizzo modesto della casa dove continuava a vivere, e dove dopo l'allarme della moglie il 118 ha solo potuto constatarne la morte.

Gallo non muore in silenzio. La sua verità l'ha messa a verbale, in centinaia di pagine, nelle confessioni che ha iniziato a rendere pochi giorni dopo l'arresto, scattato al termine della gigantesca indagine (nata da spunti ancora oscuri) del pm Francesco De Tommasi. Di fronte alla massa quasi sconfinata di prove accumulate, aveva capito - con l'intuito dell'ex poliziotto - di avere solo una strada per limitare i danni: collaborare. Lo stesso aveva fatto Samuele Calamucci, l'hacker che guidava le incursioni informatiche di Equalize. Assistiti dallo stesso avvocato, Antonella Augimeri, avevano riempito verbali su verbali davanti a De Tommasi e al suo collega dell'Antimafia nazionale, Antonello Ardituro.

Cosa abbia detto Gallo in quei verbali è noto solo in piccola parte. Si sa che ha accusato Enrico Pazzali, presidente della Fiera di Milano e proprietario di Equalize, di conoscere bene i metodi illegali con cui la squadra si procurava i report, e di averla usata per i suoi scopi politici e di affari, chiedendo di spiare amici e nemici. Si sa che ha raccontato come importanti 007 italiani fossero di casa in via Pattari, nella sede affittata dalla Veneranda Fabbrica del Duomo; e che ha accusato i big dell'industria nazionale e estera che bussavano alla porta dell'agenzia di conoscerne anche loro i metodi illegali. Si sa che ha raccontato nei dettagli la genesi dell'incarico più oscuro, quello ricevuto da Eni nell'ambito dei processi milanesi all'azienda di Stato: e non a caso i legali di Eni hanno ora diffidato la Procura dal rendere noto il contenuto delle sue dichiarazioni. Si sa che ha fatto i nomi degli amici e dei referenti politici di Pazzali: da Ignazio La Russa a Attilio Fontana a Daniela Santanchè, raccontando come nella sua furia di controllo Pazzali chiedesse notizie anche su di loro.

Poi c'è tutto il resto, quello che la Procura si accingeva a depositare davanti al tribunale del Riesame fissato per la settimana prossima, e sul cui contenuto circolano finora solo illazioni e voci. Sono in molti, a temere il contenuto dei verbali di Gallo. Potranno essere utilizzabili nel processo, ma a venire presa di mira da committenti e complici sarà la loro attendibilità, che Gallo non potrà rivendicare in aula. Certo, ci sono anche i verbali di Calamucci, che è vivo: e che però appare meno netto, a volte meno credibile. In questi mesi era da Gallo che i pm andavano quando volevano capire esattamente uno dei passaggi emersi da intercettazioni e pedinamenti.

Le confessioni e le accuse messe a verbale da Gallo prima o poi si conosceranno.

Ma anche di ciò che non ha voluto o fatto in tempo a dire, qualcosa sapremo: perché è nell'analisi dei telefoni e dei computer sequestrati sei mesi fa a lui e agli altri indagati, e che la Procura sta quasi per finire. Non tutti i segreti del vecchio poliziotto moriranno con lui.

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