Il trasporto pubblico non si è mai fermato, ma il modo di muoversi e viaggiare è profondamente cambiato nella fase due, perché è uno dei settori più a rischio. Su autobus, metro, treni e aerei è obbligatorio indossare le mascherine e mantenere le distanze. Una prescrizione quest'ultima che deve ancora misurarsi con la mobilità a pieno regime. Il vero banco di prova ci sarà il 18 maggio, infatti, quando riapriranno i negozi e altre attività commerciali. Sui mezzi pubblici, che ormai viaggiano a metà della capienza, sono una prassi i marker che indicano i posti dove non ci si può sedere in modo da mantenere il distanziamento. Per accedere alle stazioni della metropolitana sono previsti flussi, per ora ancora regolati dal personale delle aziende di trasporto, di entrata e di uscita separati. Sui bus gli autisti hanno a disposizione un pulsante con il quale possono segnalare alle rispettive centrali se il mezzo si è riempito troppo ed eventualmente la segnalazione può essere girata alle forze dell'ordine. Sui taxi è proibito sedersi accanto al conducente e sui sedili posteriori si può viaggiare al massimo in due. Sempre con la mascherina. Ingressi separati per chi entra e chi esce e percorsi a senso unico per evitare l'incontro di flussi di utenti anche nelle stazioni ferroviarie.
Prevista la misurazione della temperatura ai passeggeri, la sostituzione dei biglietti cartacei con quelli elettronici e tariffe differenziate a seconda dell'orario per distribuire meglio la domanda ed evitare il più possibile assembramenti. Stesse procedure negli aeroporti, dove sarà obbligatoria la misurazione della temperatura con il termoscanner sia in partenza che in arrivo.
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