Scendono in campo i leader per la conquista di Brescia

Dopo Ancona, oggi tocca alla città lombarda: Meloni, Tajani, Salvini e Lupi a sostegno del leghista Rolfi

Scendono in campo i leader per la conquista di Brescia
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Dopo Ancona è la volta di Brescia. Nella città della Leonessa si chiuderà oggi (alle 18 al Gran Teatro Morato) la campagna elettorale del centrodestra per le amministrative che domenica e lunedì verranno impegnati oltre 6 milioni di cittadini per i rinnovi di oltre 700 Comuni, tra i quali quindici capoluoghi di provincia e un capoluogo di Regione. Sono 16 i capoluoghi al voto. Di questi otto sono governati attualmente governati dal centrodestra (Vicenza, Treviso, Sondrio, Imperia, Siena, Massa, Pisa, Ragusa) e cinque dal centrosinistra (oltre Ancona e Brescia, ci sono Brindisi, Teramo e Trapani). A Siracusa il sindaco è di Azione, mentre a Latina e Catania c'è una gestione commissariale.

Anche a Brescia, come già accaduto per il capoluogo marchigiano, saliranno sul palco tutti i big della coalizione. Un segnale politico per due città che potrebbero passare di mano, stando ai pronostici.

Per chiudere la campagna elettorale di Fabio Rolfi, già vicesindaco ai tempi della giunta guidata da Adriano Paroli, hanno assicurato la loro presenza la premier Giorgia Meloni, i vice Matteo Salvini e Antonio Tajani, e il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi. Un appuntamento funestato da un incidente di percorso: la mancata costituzione di parte civile da parte del governo nel nuovo processo per la strage di piazza della Loggia del 1974. Incidente che ieri ha attirato sul governo Meloni gli strali di molti rappresentanti dell'opposizione.

Brescia e Ancona sono speculari non solo perché scelte dai leader della coalizione per i comizi di chiusura. Come già per il capoluogo marchigiano, dove Valeria Mancinelli lascia in eredità alla prossima giunta un'amministrazione di dieci anni esatti, anche nella Leonessa d'Italia i candidati si contendono la poltrona che per dieci anni è stata occupata da Emilio Del Bono, da poco più di un mese traghettato al Pirellone lasciando l'amministrazione ordinaria alla sua vice, Laura Castelletti, candidata del Pd, che gode dell'appoggio di Azione, + Europa e Italia viva. La chiusura della campagna elettorale vedrà come unici big i rappresentanti del Terzo Polo Carlo Calenda e Mariastella Gelmini. I Cinquestelle, invece, a Brescia sono apparentati con la sinistra più radicale e sostengono Alessandro Lucà, che nei giorni scorsi ha visto arrivare in città sia Luigi De Magistris che Giuseppe Conte.

I rappresentanti della coalizione di centrodestra, a cominciare dall'aspirante sindaco Rolfi sono convinti di riuscire a strappare la città al centrosinistra. E creare, così, quella continuità tra Regione e governo centrale, motore della stessa coalizione ad Ancona dove ci si augura di bissare il successo ottenuto nel 2020 quando è stato eletto governatore delle Marche Francesco Acquaroli.

«Brescia è anche un voto politico - spiega l'aspirante sindaco Rolfi nel corso di un'intervista al Corriere di Brescia - Questa città ha una grande occasione col voto di domenica: un referendum per scegliere se stare al governo o all'opposizione». Rolfi è convinto di inaugurare un «nuovo corso» ed il suo stesso curriculum è elemento di garanzia. Già nel 2008, appena trentenne, fu il più votato alle elezioni comunali. Successo che gli valse allora la poltrona di vicesindaco.

Nel 2013 è entrato nel Consiglio regionale, sempre per la Lega, e nel 2018 - una volta rieletto - è entrato nella giunta di Attilio Fontana come assessore all'agricoltura. A febbraio di quest'anno è stato rieletto per la terza volta consecutiva nelle file del Carroccio alla Regione.

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