Roma Alla fine pare che anche la Lega sia d'accordo e la nomina del nuovo presidente della Consob, una delle trattative più difficili condotte dalla maggioranza gialloverde e dal governo Conte, sembra essere vicina a una soluzione. «A me basta che ci sia uno competente e che si faccia in fretta perché la Consob vigila sul sistema finanziario. Per noi Marcello Minenna per la presidenza - ha assicurato ieri Matteo Salvini nel corso di Porta a porta - va bene, ha un buon curriculum, non abbiamo nessun tipo di problema, non è che dobbiamo piazzare uomini di qua e di là. Spero che si decida in fretta».
A spingere fin dall'inizio per la nomina dell'economista già alla Consob come responsabile dell'ufficio analisi quantitative è stato il Movimento 5 stelle. Il vicepremier Luigi Di Maio si è speso in prima persona, ma all'inizio la candidatura si è arenata su un no del Carroccio. Che non ha mai trovato conferme ufficiali. Ieri i pentastellati hanno dato un'altra interpretazione. «Minenna pronto. Ma il Colle non lo vuole», ha scritto su Twitter il senatore Elio Lannutti.
Al di la delle schermaglie, il conflitto politico ha rallentato una soluzione per la presidenza dell'organismo che vigila sulle società quotate in Borsa. E dire che un po' di chiarezza e tempestività sarebbe stata d'obbligo, anche alla luce degli ultimi sviluppi che riguardano Carige.
La crisi della banca genovese è nota da tempo. Si dice che il decreto approvato dal penultimo consiglio dei ministri che stanzia 1,3 miliardi per la ricapitalizzazione e prenota tre miliardi per mettere in sicurezza le prossime emissioni obbligazionarie dell'istituto di credito, sia stato scritto già nel novembre scorso.
La Bce ha acceso un faro su Carige da tempo. Il rallentamento della nomina in Cosob e il conflitto politico sulla scelta del nuovo presidente non deve avere fatto bene all'attività dell'Autorità italiana per la vigilanza dei mercati finanziari. Eppure il principale partito di maggioranza, il M5s in passato è sempre stato attento alle mancanze degli organismi che avrebbero dovuto controllare gli istituti di credito.
Contro Bankitalia (nel caso di Carige, che è una grande banca, la vigilanza spetta direttamente alla Bce) ai tempi di Banca Etruria e delle banche venete e
anche contro la Consob.Ora il governo pare sia intenzionato a «fare in fretta». Al consiglio dei ministri di ieri la nomina non era in agenda. Forse al prossimo. Sempre che il clima nella maggioranza non si guasti di nuovo.
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