Schlein, Conte e Landini. Così la "nuova" sinistra rimette l'eskimo in piazza

La neo segretaria del Pd sfila con il leader della Cgil poi incontra l'ex premier e prospetta una nuova intesa con ecologisti e 5 Stelle all'insegna del "no a tutto". Barricate contro l'autonomia e ogni altra ipotesi di riforma.

Schlein, Conte e Landini. Così la "nuova" sinistra rimette l'eskimo in piazza

La piazza rossa. La mobilitazione contro il Fascismo. La Cgil a dettare il metronomo del corteo, come ai vecchi tempi. E poi loro: Elly Schlein, in una nuvola di selfie, e Giuseppe Conte, pronto a farsi trovare pronto. Prove tecniche di una nuova opposizione, sotto lo sguardo compiaciuto di Maurizio Landini, il terzo lato del triangolo. Dopo la destra-centro, avanti con la sinistra-centro, a sostituire un centrosinistra ormai inadatto alla sfida del consenso nel Paese.

Filastrocche che si declamano al contrario per catturare quei segmenti di opinione pubblica che si sono volatilizzati, o sono andati dall'altra parte, o chissà che fine hanno fatto.

Dunque, gli studenti contro il rigurgito dello squadrismo e contro il ministro Valditara, tema perfetto per battezzare la coalizione che per ora marcia unita e poi si vedrà.

«È una giornata meravigliosa», saluta Elly che poi accende le micce delle prossime battaglie, insomma il decalogo degli anti Meloni: «La difesa della scuola pubblica, la difesa della sanità pubblica, la difesa del lavoro, il salario minimo, la difesa della Costituzione, la battaglia contro l'autonomia differenziata». Un magma di sensazioni, emozioni, argomenti identitari per un popolo e per i suoi leader che sfilano, fra bandiere e slogan, nell'entusiasmo generale. Il presidente dell'Anpi Gianfranco Pagliarulo, chiuso nella sua bolla fuori dal tempo, tuona: «Non tutti nel governo sono fasci. Alcuni lo sono. No pasaran». La si potrebbe chiamare una rifondazione comunista, se l'espressione non suonasse vagamente grottesca. Con tanto di benedizione di alcuni grandi giornali e di pezzi dell'establishment. E però il senso della manifestazione è chiaro: tornare indietro per provare ad andare avanti. Indossare ancora l'eskimo per intraprendere la lunga marcia, per riconquistare il Palazzo. Le tonalità vintage e certi toni anni Settanta sono l'usato sicuro per declinare poi le mille facce del futuro che ci viene incontro. «Il fatto che ci ritroviamo qui con la neo segretaria del Pd - esordisce Conte - vuol dire che sulle battaglie concrete noi ci siamo: sono battaglie di valori che riguardano tutti. Riguardano i principi costituzionali. Il problema non è il primato o la leadership a sinistra, a noi interessa rafforzare una politica di forze progressiste, se questo Pd rafforzerà questo fronte ben venga».

Dove il benvenuto è al nuovo Pd, non al vecchio che sbandava al centro e sbiadiva giorno per giorno: Schlein è un compagno di viaggio ingombrante per i 5 Stelle, ma gli appuntamenti elettorali non sono vicini e il cartello delle forze giallorosse, meno il primo colore e più il secondo, punta ad allargare il proprio perimetro. Non è detto che sia di nuovo il campo largo, ma è probabile e comunque l'opposizione non è più solo quella al teatro Ariston di Sanremo.

Schlein-Conte-Landini: si ritrovano sotto il palco per cementare il patto che darà filo da torcere all'esecutivo Meloni. E la coppia Schlein - Landini, per niente fluida, rimane a lungo a discutere l'agenda sociale del Paese. Parlano la stessa lingua, anzi parlano in fotocopia Schlein e Landini. «Il messaggio che viene da questa piazza - attacca Elly - è chiaro: quei metodi squadristi non passeranno, troveranno questo cordone di solidarietà umana a difesa della scuola, come presidio di cultura antifascista, come primo grande luogo di emancipazione sociale, di contrasto ad ogni forma di diseguaglianza». Si, il segretario tira fuori dall'armadio tutto l'armamentario classico, da Bella ciao in su, e mitizza il pericolo fascista prendendo spunto da episodi sempre odiosi, ma che qui chiudono tutto l'orizzonte come fossimo a un remake delle ideologie del Novecento. «La manifestazione di Firenze - replica Landni - è la più bella risposta che si può dare a chi pensa e pratica atti squadristi e di violenza».

Sembra di essere sull'orlo di una guerra civile, ma i fantasmi del secolo scorso servono per esorcizzare il presente.

E per lanciare le battaglie contro il governo Meloni, contro le riforme necessarie per modernizzare il Paese, contro la flessibilità che viene derubricata a precarietà. Schlein si tiene prudente solo sull'Ucraina, marcando sul punto la distanza da Conte, ma è un sottovoce che oggi non conta.

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